Ancora non ha avuto modo di indicare le linee che caratterizzeranno la sua politica, ma Maurizio Braccialarghe, direttore del centro di produzione Rai di Torino e neoassessore alla Cultura ed al Turismo della giunta torinese del novello sindaco Piero Fassino, ha già dato prova di grande creatività. Così, quello che per un collega del centrodestra sarebbe un «volgare» conflitto di interessi, per lui diventa un utile arricchimento per la gestione delle sue deleghe.
Uno strabismo istituzionale cui spesso la sinistra ricorre quando sceglie dal mondo Rai i «petali» per la sua azione di governo. Accade anche nella vicina valle dAosta, dove a dirigere la programmazione siede da oltre due anni un giornalista, Luciano Caveri, che è contemporaneamente consigliere regionale, dopo essere stato presidente della giunta e sottosegretario nellultimo governo Prodi. Ma la «Valle» è lontana e la casta non si morde.
A Torino, invece, qualche dubbio sullopportunità della scelta del neoassessore Braccialarghe è serpeggiato. E lui, uomo pragmatico e senza paura, si è fatto intervistare dalla Stampa per gettare il guanto della sfida.
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