L’assessore s’inventa il verde solo per stranieri

Il piano di Palazzo Marino per la prossima estate: giardini attrezzati e divisi per comunità. Ma chi paga?

L’assessore s’inventa il verde solo per stranieri

I leghisti arrivarono ad organizzare una maxi-grigliata di protesta. Per denunciare che il parco Testori, in via Mac Mahon, dal venerdì alla domenica diventa terra dei latinos, e off limits per i cittadini del quartiere. «Migliaia di immigrati sudamericani rendono l’area un inferno: barbecue abusivi, musica, bottiglie, basta con l’occupazione abusiva dei nostri parchi». Era l’estate del 2010, al governo della città c’erano (anche) loro. Per dire che il fenomeno era preoccupante e andava colpito. E ci ha provato l’allora vicesindaco Riccardo De Corato, facendo presidiare i parchi tutti i weekend d’estate dai vigili, «il 33% delle aree è frequentata da stranieri che nella maggior parte dei casi sono i responsabili di episodi di inciviltà e degrado». Musica a tutto volume, grigliate sull’erba nonostante i divieti, bottiglie di vetro sparse ovunque (e lavoro extra per l’Amsa), spesso maxi-risse. Soluzione del Comune di centrosinistra? Dalla prossima estate intende, di fatto, consegnare le chiavi di alcuni parchi alle comunità straniere. Marco Granelli, l’assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, si concentra soprattutto sulla seconda delega e anticipa il piano per la prossima estate. Coinvolgere Consolati e associazioni straniere per la gestione di alcune aree verdi. Si pensa al parco di Trenno, dove la presenza degli immigrati e variegata. al Cassinis dove nei weekend si concentrano soprattutto peruviani ed ecuadoregni, al parco delle Cave, al Testori già «occupato» dai sudamericani. Nelle ultime settimane il sabato e la domenica pattuglie di vigili hanno monitorato i parchi, e gli abusivi si sono tenuti alla larga. Ma «dobbiamo pensare di fornire dei servizi agli stranieri che frequentano numerosissimi queste aree» anticipa Granelli. Che pensa di prendere a modello Torino, altro Comune governato dal centrosinistra. Palazzo Marino e i consolati potrebbero fare accordi con alcune cooperative, «per rifornire di bevande, carne, una vendita regolare». E gli spazi «saranno attrezzati con aree per le grigliate, servizi igienici». La domanda che sorge spontanea, in regime di tagli secchi al bilancio, è: chi paga? E la sensazione è che attraendo ancora più stranieri della stessa comunità, si verrà a creare l’effetto-ghetto, anche nei parchi più grandi.
In commissione sicurezza ieri Granelli ha anticipato ai consiglieri alcune linee guida del suo assessorato. Lanciando un’accusa alla prefettura sul fronte dei ricorsi degli automobilisti, a cui il Comune non si presenta e le perdite nell’anno in corso ammontano a circa 14 milioni di euro. Sarò la carenza del personale, ma «a Palazzo Diotti la gran parte delle buste non viene neanche aperta e quindi scadono i termini e automaticamente il ricorrente evita la multa. Per la prefettura è un problema di organico ma per noi è economico, ci stiamo perdendo molti soldi».
Tra le idee dell’assessore c’è la creazione di un nucleo speciale di vigili a difesa delle piste ciclabili, l’aumento dei percorsi di educazione stradale nelle scuole primarie, secondarie e nelle università. Per evitare lo spreco di risorse, suggerisce il consigliere del centrodestra Mariolina Moioli, «meglio fare più corsi ai bambini e ragazzini che negli atenei».
Per promuovere la legalità e la sicurezza stradale, il Comune intende diffondere i percorsi di «giustizia riparativa», tradotto: in collaborazione con il tribunale e le associazioni, chi è condannato a pene lievi può prestare servizio sociale ad esempio nelle case di riposo o nella pulizia delle strade.

Una formula che è già previsto dal Codice della strada ad esempio per la guida in stato di ebrezza. Ma il presidente della commissione sicurezza, Mirko Mazzali, riferisce che «i giudici sono preoccupati, diverse sentenze non possono essere eseguite perchè non esistono convenzioni. Il Comune dovrebbe affrettarsi».

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