Lapertuta del nuovo centro Pompidou di Metz riapre il dibattito: ma il contenitore dellarte devessere unopera darte? La domanda era stata allordine del giorno per lungo tempo anche in Italia. Era accaduto mentre a Roma si discuteva della location del Maxxi, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Il progetto del museo romani è dellarchitetto anglo-irachena Zaha Hadid. Un progetto avveniristico che segue una tendenza che caratterizza larte contemporanea, ovvero quella di essere esposta e conservata in vere e proprie «dimore di lusso», per le quali si sono mobilitati celebri architetti di fama internazionale.
Basti pensare al Guggenheim di New York, il noto edificio a conchiglia di Frank Lloyd Wright costruito tra il 1943 e il 1959 nel cuore della città, con una struttura a spirale che prevedeva una fruizione circolare delle opere dallalto verso il basso, in un lungo camminamento che collegasse, senza soluzione di continuità, lo spazio museale con la strada. Il Guggenheim ha inaugurato un filone proseguito poi con la Neue Nationalgalerie di Berlino di Berlino, realizzata tra il 1965 e il 1968 su progetto di Mies van der Rohe. Successivamente laltra casa dellarte diventata un gioiello è stato il Beaubourg di Parigi, concepito dallarchitetto italiano Renzo Piano. Restando in Europa, ecco un altro esempio, forse anche il più recente e famigerato edificio museale degli ultimi anni: Guggenheim di Bilbao, costruito dallarchitetto americano Frank O. Gehry tra il 1991 e il 1997. Ricoperto da lastre di titanio il museo rappresenta un vero e proprio oggetto architettonico, innescato nella città industriale di Bilbao per risollevarne attraverso il crescente flusso turistico leconomia locale.
Sempre Gehry, nel 1997, cominciò a lavorare al Fisher Centre for performing arts, ad Annandale-on-Hudson, 150 chilometri in direzione nord da New York, all'interno del campus del Bard College.
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