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L’Atalanta resta senza stadio

Ancora una domenica calda. L’introduzione del biglietto nominale, in materia di sicurezza negli stadi, è un’ottima misura di prevenzione. Ma il pericolo è quello di trovarsi a fare i conti con le solite teste calde. Che puntualmente si sono presentate ieri a Napoli e a Bergamo. A Napoli, l’unica agenzia che poteva emanare biglietti nei dintorni del S. Paolo, è stata presa letteralmente d’assalto da 2000 tifosi che, esasperati per la lentezza derivante dalle nuove procedure (presentazione del documento e registrazione), hanno tentato di sfondare l’ingresso dei locali. Le forze dell’ordine, hanno effettuato cariche di «alleggerimento» per disperdere la folla. Serie A, B o C, non fa differenza. Altro stadio, altra guerriglia, stavolta a Bergamo. Sempre prima della partita, Atalanta-Verona, si sono registrati incidenti. Qui c’entrano poco però biglietti nominali e modalità di vendita. Anzi: quattrocento ultras bergamaschi il biglietto non ce l’avevano proprio. E pretendevano di entrare. Hanno cercato così di sfondare la zona di filtraggio per l’accesso allo stadio, ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine, che hanno anche dovuto sparare qualche lacrimogeno.

Il risultato è la richiesta da parte del questore di Bergamo al prefetto di revocare la deroga di sei mesi all’utilizzo dello stadio, concessa appena due settimane fa, «per l’inadeguatezza della struttura».

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