Cronaca locale

L’Atletica Riccardi compie sessant’anni

Rota: «L’obiettivo è ridurre l’ossido di carbonio nel pianeta»

Carlo Monti

C’è chi nasce con il pallino dello sport nelle sue varie espressioni: atleta, allenatore, dirigente, general manager. Di solito le varie scalate vengono compiute passo dopo passo, un gradino dopo l’altro, anche se velocemente. Ma diventare presidente (a tutti gli effetti) di una società a meno di vent’anni non capita tutti i giorni. E, poi, continuare a guidare la stessa società con identico ruolo, per altri sessant’anni, senza intervalli, è davvero un’impresa. Ma non per il nostro personaggio, Renato Tammaro, presidente dell’Atletica Riccardi, la più popolare società di atletica di Milano. Il nostro compirà 80 anni nel 2006; ma c’è da pensare che il presidenzialismo appartenga al suo Dna, se già a 15 anni, nel 1941, propose al comandante del Gruppo Rionale Crespi, che aveva una sola sezione sportiva, quella di ciclismo, di aggiungerne una di atletica, da lui guidata, per via di alcune corse campestri. Il comandante gli rispose che sarebbe stato favorevole alla sua proposta purché fosse riuscito a trovare altri dieci ragazzi. Nel giro di una settimana riuscì a soddisfare la richiesta e la sezione venne costituita a pieno titolo. Nel 1945, a pochi giorni dalla Liberazione, fondò la sezione di atletica della Polisportiva Riccardi, intitolata ad un ragazzo, Gianni Riccardi, morto sedicenne in un campo di concentramento tedesco dopo essere stato catturato insieme ai partigiani. La Polisportiva Riccardi era nata con il calcio, la pallacanestro ed il ping-pong; non esisteva una sezione di atletica, che grazie a Tammaro entrò in forma ufficiale nella Polisportiva nel marzo 1946. La squadra che Tammaro mise in piedi era formata per la maggior parte da giovani che non avevano trovato posto da titolari nella squadra di calcio.
Da allora l’Atletica Riccardi è entrata a far parte del mondo dell’atletica italiana, distinguendosi sempre e soprattutto per la sua dinamica attività, sulle linee guida dettate da Renato Tammaro, padrone assoluto della società, che si è sempre identificata con il colore verde ramarro delle sue maglie con la scritta bianca in maiuscolo RICCARDI. La storia racconta che Tammaro ed i suoi fedeli collaboratori si recassero alla famosa Fiera di Sinigallia per acquistare trenta magliette sociali; le trovarono, a prezzo stracciato, a righe orizzontali bianche e verdi ed a maniche lunghe. Le acquistarono e da quel momento quelle maglie furono la divisa riccardiana.
L’esordio dei giovani avvenne con la celebre Pasqua dell’Atleta al Campo Giuriati, il mitico foyer dell’atletica milanese. La manifestazione si spostò poi all’Arena Civica e durò fino al 1996 quando le eccessive spese e gli scarsi contributi costrinsero Tammaro a chiudere quel battente. L’Atletica Riccardi, però, ha continuato la sua attività, sempre al comando del Bel René, che, ancora oggi, sebbene in precarie condizioni di salute, guida impavido la società. Ricordiamo di averlo visto a Cesenatico quest’anno in occasione delle finali del campionato italiano di società, in gara squadre della Serie Oro (A) e Argento (B). La sua società faceva parte della serie Argento con possibilità di promozione nella serie superiore. É stato lui a trascinarla in Serie Oro con uno slancio che vorremmo vedere in tanti dirigenti in perfette condizioni di salute.
Quest’anno l’Atletica Riccardi è alla vigilia del suo sessantesimo compleanno. In atletica è l’unica, in perfetta efficienza, in ambito lombardo, ad avere questa età. E – dati i tempi – rappresenta un esempio straordinario. È un punto di riferimento importante nell’ambito delle società italiane: ha lanciato campioni che hanno fatto la storia della atletica italiana, come il mezzofondista Alfredo Rizzo, il velocista Sergio D’Asnach, primo atleta riccardiano a gareggiare in una Olimpiade, a Melbourne nel 1956, ed il pesista Piero Monguzzi, i primi tre a vestire la maglia azzurra. La Riccardi conquistò il primo titolo italiano assoluto nel 1955 con la staffetta 4x100, composta da Faletti, D’Asnach, Annoni e Pagani. Fino a tutto quest’anno sono stati 79 gli atleti della Riccardi a vestire la maglia azzurra nelle principali manifestazioni internazionali. Fra questi Gelindo Bordin, campione olimpico a Seul nella maratona, Danilo Goffi, altro maratoneta medaglia d’argento ai campionati europei del 1998 a Budapest e più recentemente il campione olimpico dei 20 Km di marcia a Atene l’anno scorso, Ivano Brugnetti.
La Riccardi vanta anche una lunga tradizione nel settore della velocità. Suo fiore all’occhiello è la ben nota manifestazione promozionale «Il ragazzo e la ragazza più veloce di Milano», che è approdata nel 2005 alla sua ventesima edizione e che ha dato campioni di indubbio valore, come Andrea Colombo, campione europeo juniores dei 200 metri a San Sebastian nel 1993, olimpico a Sydney nel 2000, componente la staffetta azzurra, settima classificata. Altri nomi da ricordare Andrea Nuti, Alessandro Orlandi, Manuela Grillo, Lorenzo La Naja.
Renato Tammaro è sempre sulla breccia; l’Atletica Riccardi è il suo mondo.

É stella d’oro del Coni e cittadino benemerito del Comune di Milano, titolo pienamente meritato per la sua dedizione allo sport e all’atletica in particolare.

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