Non avesse spalato fango su una terra ancora ferita dal terremoto, bisognerebbe ringraziare il Guardian perché finalmente ha scoperto il gioco. Mesi di attacchi dei giornali della Perfida Albione contro lItalia e il suo premier, veleni sulla politica di casa nostra, curiosità definite «morbose» da Palazzo Chigi sulla vita privata di Silvio Berlusconi, la stampa di mezza Europa alla frenetica rincorsa dei presunti «scoop» britannici.
Anche ieri sul G8 italiano si sono esercitate le solite bocche da fuoco. Il Times di Murdoch (la cui Sky da ieri è ufficialmente il secondo gruppo televisivo italiano per ricavi scalzando Mediaset) alimenta la paura per il rischio sisma. Il Financial Times sostiene che Berlusconi «è una figura controversa che irrita gli alleati». Il Daily Telegraph titola: «Berlusconi sceglie lex modella Mara Carfagna come accompagnatrice del G8». Lo spagnolo El País, quello che pubblicò foto di Villa Certosa sequestrate in Italia, esalta i vescovi contro il «libertinaggio allegro e irresponsabile». El Mundo si chiede addirittura: «Sopravvivrà il Cavaliere al vertice del G8?».
Ma il cannoneggiamento più massiccio arriva dal Guardian, che ipotizza lItalia fuori dal G8 sostituita dalla Spagna. Il giornale riferisce «voci di unespulsione perché i piani del summit sono caduti nel caos» a favore di una Spagna «che ha un più alto reddito pro capite». Secondo imprecisati «alti funzionari occidentali», «gli italiani nellorganizzare il summit sono stati terribili». Negli ultimi giorni gli Usa avrebbero preso in mano la situazione con «una teleconferenza tra gli sherpa per inserire degli obiettivi nel summit». Lunica fonte citata con nome e cognome, un certo Richard Gowan della New York University, riassume: «Gli italiani hanno deciso di propagandare unagenda sintetica per nascondere il fatto che non hanno unagenda».
Perché il tradizionale «aplomb» anglosassone si è trasformato in veleno? La spiegazione è offerta dallo stesso Guardian: inglesi e spagnoli vogliono far fuori lItalia dal club dei Grandi. A questi due Paesi massacrati dalla crisi, che annaspano ancora in gravi difficoltà economiche e finanziarie, non fa comodo uno Stivale che ha retto al crollo delle Borse meglio di loro. La Gran Bretagna, che ai tempi degli inviti sul Britannia dettava le regole delleconomia non solo a casa propria, ha dovuto nazionalizzare due banche e ricapitalizzarne altre otto con 64 miliardi di euro pubblici. In Spagna il settore edile, che aveva trainato la crescita iberica, è crollato come le case dellAquila. LItalia invece ha resistito meglio, la sua struttura produttiva ha tenuto e la sua azienda privata più rappresentativa, Fiat, ha addirittura fatto shopping in America. Con tante grazie da Mister Obama.
Ecco lobiettivo della martellante campagna britannica: lo scambio Italia-Spagna. Non è un caso che proprio i giornali di Londra e Madrid siano i più accaniti nel criticare lItalia e Berlusconi: quelli inglesi sono la mente, con le loro ipotesi di nuovi scenari accompagnati dalle pruriginose «rivelazioni» riprese da Repubblica; quelli spagnoli (che pubblicano le foto) sono il braccio. Osserva Giancarlo Loquenzi, direttore dellOccidentale, quotidiano online della Fondazione Magna Carta: «Una bella soddisfazione per Zapatero che annega nelle difficoltà economiche della Spagna ma non sopporta la presenza nel G8 dellItalia berlusconiana». E pure papista.
Il Guardian ignora volutamente che il G8 è fatto di decine di vertici, molti dei quali si sono già svolti in Italia con successo; che al summit principale si giunge con dossier già predisposti; che allAquila arriveranno una quarantina di capi di Stato a conferma del credito di cui gode la nostra diplomazia. E si guarda bene dal sottolineare quanto invece coglie il Figaro (francese, non a caso), cioè che questo vertice «low cost» è «più conforme ai rigori economici del momento rispetto alle lussuose installazioni della Maddalena».
Il governo britannico si barcamena in acque torbide: alle europee i laburisti sono scesi a terzo partito (15,3%); lesecutivo è stato decimato dagli scandali, in testa quello sui rimborsi facili (il ministro dellInterno Jacqueline Smith si è dimessa per aver pagato con denaro pubblico filmati porno per il marito); su Gordon Brown pesano continue richieste di dimissioni: lex ministro del Lavoro James Purnell lha accusato di «portare il Paese alla rovina». E proprio ieri si è saputo che la preparazione della polizia per il G20 londinese è stata dichiarata «inadeguata» da unindagine interna.
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