Roma - Il sorriso che sfodera nel tardo pomeriggio quando arriva a Palazzo Grazioli non è certo quello dei giorni migliori, ma dà comunque l’impressione di un Silvio Berlusconi decisamente più rilassato. E in effetti le notizie che si rincorrono nella giornata in cui la Corte Costituzionale comincia il vaglio del Lodo Alfano, sembrano andare nella direzioni giusta.
Sensazioni, certo, perché come dice l’avvocato Gaetano Pecorella - uno dei rappresentanti della presidenza del Consiglio davanti alla Consulta - le sentenze «sono sempre impreviste e imprevedibili», ma comunque una buona base di partenza per supporre che la temuta bocciatura tout court del lodo non ci sarà. E in questo senso vanno anche i segnali che arrivano a Palazzo Chigi dal Quirinale - con cui Gianni Letta è in contatto costante - e che in queste ore sta cercando di far valere la sua moral suasion per evitare una soluzione che rischi di spaccare il Paese.
L’ottimismo, però, è soprattutto di chi sta intorno al Cavaliere. Che continua comunque a leggere come strettamente legati i due lodi, quello Mondadori (per il quale il Tribunale civile di Milano ha depositato una sentenza di risarcimento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti) e quello Alfano. Nella sua testa, insomma, l’idea di un accerchiamento concentrico e sincronizzato resta, nonostante Niccolò Ghedini sia convinto che l’udienza davanti alla Consulta sia andata meglio del previsto. Come dimostra la decisione di giudicare «inammissibile» la costituzione in giudizio della procura di Milano. Una scelta - spiega l’avvocato dei pubblici ministeri milanesi - che «apre spiragli» per una sentenza a favore del Lodo Alfano.
Tutte considerazioni, queste, che per il premier Berlusconi contano fino a un certo punto. La frustrazione e il disappunto per la sentenza contro Fininvest, infatti, restano invariate. Come il fastidio per il fine settimana passato al telefono ad occuparsi dello scontro all’arma bianca tra il ministro Giulio Tremonti e Gianni Letta. Così, neppure vedere il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti in conferenza stampa con Topo Gigio - testimonial della campagna contro l’influenza suina - è riuscito davvero a metterlo di buon umore.
D’altra parte, anche le rassicurazioni dei suoi più stretti collaboratori sul pronunciamento della Consulta valgono fino a un certo punto. Non a caso, durante uno dei tanti incontri della giornata, Berlusconi si lascia sfuggire una frase che è si la battuta confidenziale a un amico, ma che per molti versi racconta quale sia oggi il suo stato d’animo: bocciassero pure questo lodo, vuol dire che dedicherò meno tempo agli italiani e mi occuperò di difendermi in tribunale.
In attesa della Corte, intanto, a Palazzo Grazioli iniziano le grandi manovre. Scontato vedere entrare a via del Plebiscito sia il ministro della Giustizia Angelino Alfano che Ghedini (che definisce l’umore del premier «eccellente»). Un po’ meno invece i capigruppo di Camera e Senato. Arrivano prima Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello, più tardi Italo Bocchino (anche lui parla di un Cavaliere con «l’umore alle stelle, come i suoi sondaggi»).
Ed è probabile che con loro Berlusconi abbia analizzato l’iter parlamentare che dovrà seguire un eventuale provvedimento che accolga i rilievi della Consulta sul lodo.
Stasera intanto - chissà se già con la decisione della Corte Costituzionale nero su bianco - Berlusconi andrà in qualche modo a raccomandarsi ai santi.
Saranno il premier e il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone, infatti, ad inaugurare a Palazzo Venezia la mostra Il potere e la grazia dedicata ai patroni d’Europa. Un appuntamento mondano, certo, anche se non è affatto escluso che i due possano avere un faccia a faccia per il quale gli organizzatori dell’evento hanno già predisposto una saletta riservata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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