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L’attivista per i diritti umani colleziona cimeli nazi

Da bravo attivista per i diritti umani metteva sotto accusa Israele per il presunto uso di fosforo bianco durante l’invasione di Gaza. Ora si è scoperto che è un collezionista di cimeli nazisti. Un hobby imbarazzante per Marc Garlasco, americano, uno dei principali analisti militari di Human Rights Watch, considerata da molti la più autorevole organizzazione per i diritti umani del mondo, costretta a sospenderlo dagli incarichi. La denuncia è partita da un blogger di «Mere rethoric», un sito israeliano tra i più seguiti. Da lì in poi i giornalisti hanno ripercorso le tappe di un curriculum controverso: Garlasco è stato al tempo stesso un esperto militare del Pentagono a cavallo fra le due Guerre del Golfo, stratega dei bombardamenti in Irak di Bush padre e figlio, e acceso attivista dei diritti umani, paladino delle vittime civili delle guerre nel mondo.
Così si è scoperto che il più zelante detrattore degli efferati crimini di guerra di Israele era un nostalgico del Terzo Reich. L’Ong newyorchese, travolta dallo scandalo, sulle prime ha difeso a spada tratta il suo attivista pubblicando l’11 settembre un comunicato di totale appoggio: «Sappiamo che Garlasco colleziona oggetti della Seconda Guerra Mondiale, ma non ha mai avuto opinioni naziste o antisemite». L’organizzazione ha precisato che il lavoro del suo analista è sempre stato rivisto e controllato e che in sei anni non vi sono mai stati dubbi sul suo giudizio professionale. Ma lunedì sera Carroll Bogert, direttrice di Hrw, ha dovuto rivedere la sua posizione, comunicando che la sua Ong ha deciso di aprire un’indagine più approfondita e nel frattempo di sospendere Garlasco, pur continuando a garantirgli lo stipendio. «Ci chiediamo - ha dichiarato la Bogert - se abbiamo saputo tutto quello che c’era da sapere o se ci sia dell’altro». E, ovviamente, non sono gli unici a chiederselo. In un articolo apparso il 13 febbraio 2008 sul Washington Post, Garlasco viene descritto come un personaggio ambiguo, un funambolo che si destreggia facilmente fra terzomondismo pietista e passione per l’arte bellica. Pizzicato in piscina a scambiare informazioni riservate con un’amante di Saddam Hussein, iscritto alla National Rifle Association, dal marzo 2003 diventa il principale analista militare di Hrw. Secondo «Mere rethoric» l’hobby di Garlasco riflette «un pregiudizio anti-israeliano». L’ex analista del Pentagono, oltre ad aver scritto un saggio di 400 pagine sulle medaglie naziste, è intervenuto più volte con lo pseudonimo «flak88» su siti di collezionismo esprimendo entusiasmo per oggetti come le giacche di cuoio usate dalle SS.
Garlasco si è difeso sostenendo di essere semplicemente interessato alla storia militare, giustificando questa passione ( atipica per un sedicente pacifista) scomodando la memoria del nonno, coscritto nell’esercito nazista. «Non ho mai nascosto il mio hobby, non ho niente di cui vergognarmi», si legge in un suo post sull’Huffington Post, sito d’approfondimento politico vicino ai democratici americani.

E aggiunge: «È così ovvio che il nazismo fosse un male che non mi sono mai preoccupato che amici e colleghi potessero pensare qualcosa del genere».

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