Laura Novelli
Lo conosciamo soprattutto come attore: eclettico, energico, coinvolgente, a volte persino impetuoso. Basti vedere le figure cui ha dato vita negli ultimi spettacoli di Giorgio Barberio Corsetti (da Metafisico Cabaret al recente Argonauti), e basti considerare il Premio Ubu che lanno scorso lo ha premiato come miglior attore Under 30 della scena italiana. Adesso lo ritroviamo - al teatro India da questa sera - in veste di autore. Perché Filippo Timi, oltre a recitare, cantare e ballare egregiamente, pubblica da tempo poesie e si accinge a dare alle stampe il suo primo romanzo, La Vita Bestia: viaggio autobiografico nelle pieghe della memoria che trova la forma scenica di un monologo di cui egli stesso, diretto ancora una volta da Barberio Corsetti, è interprete.
E non potrebbe essere altrimenti visto che qui si ripercorrono le fasi cruciali di unesistenza giovanile come tante, riempiendole di un senso e di un valore giocoforza universali. Con tutti i rischi e i coraggiosi azzardi del caso, quasi mossi dalla volontà/necessità di ritrovare, nei tracciati di unesperienza intima e personale che parte da un piccolo paese dellUmbria, desideri, ideali, speranze e illusioni comuni a molti. Spiega lautore-attore: «Ho cercato di fare il mio autoritratto. La tragedia del primo amore fallito, la scoperta che la propria madre poteva sbagliare, il primo bacio, il sesso, i soldi, i sogni, le canzoni. Ed esisteva un mondo oltre i cancelli della propria Via del Sale e la brutalità di ritrovarsi non più piccoli e non ancora grandi, comunque stranieri; e la televisione non diceva propriamente la verità». Il tutto sorretto da una lingua che predilige litaliano «sporco», le inflessioni dei sentimenti e dei ritmi quotidiani, i suoni di quelle consapevolezze adulte possibili solo se rilette alla luce di ieri.
Lattor giovane «recita» la sua storia
Filippo Timi da questa sera in scena con «La vita bestia», pagine di diario, appunti di viaggio e autobiografia
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