Mezza Italia indaga, laltra mezza litiga. Le scritte intimidatorie contro larcivescovo apparse a Bologna, Torino e Napoli, oltre che a Genova, anche ieri hanno scatenato vivaci polemiche. Sotto accusa sono finiti i partiti (Verdi, Rifondazione, Comunisti Italiani) e i singoli consiglieri (dei Ds) che in Comune a Genova e Bologna non hanno votato la solidarietà ad Angelo Bagnasco. Mentre le procure di tutte le città dove sono comparse stanno cercando di risalire agli autori delle minacce. Il segretario generale della Cei, Giuseppe Betori, a nome dei vescovi italiani ha intanto ribadito la solidarietà al nostro arcivescovo: «Siamo attenti e allo stesso tempo fiduciosi: vorremmo che tutti fossero consapevoli che è lontano da noi qualsiasi spirito polemico o peggio ancora di divisione. Auspicando che lopera di monsignor Bagnasco di guida e di discernimento continui instancabile al servizio delle coscienze e del bene comune. Ciò è richiesto, del resto dalla missione della chiesa nella società italiana e come tale è riconosciuto ed auspicato dalla Santa Sede».
Sul fronte della politica, critiche agli «astensionisti» sono piovute da destra e sinistra. «Spero che chi si è astenuto rifletta seriamente, è stato un errore» ha detto il sindaco di Bologna, il diessino Sergio Cofferati, commentando una situazione analoga a quella di Genova. Forza Italia ha chiesto che il governo riferisca in Parlamento su scritte e contromisure, Rifondazione ha difeso la «libertà di dissenso» provocando la replica dellUdc che ha accusato «i comunisti nostrani» di «connivenza politica con chi minaccia la Chiesa».
Il quotidiano della Cei Avvenire ieri ha dedicato unintera pagina alle scritte intimidatorie riportando i commenti dei cardinali di Bologna, Carlo Caffarra («gli atti di violenza, quand'anche solo verbale, si condannano da sè»), e Torino, Severino Poletto. Adriano Fabris, docente di etica della comunicazione allateneo di Pisa, ricorda inoltre come nei giorni scorsi «esempi e accostamenti che tali erano solo nell'interpretazione di un cronista» abbiano suscitato un caso che, forse, avrà fatto vendere qualche copia di giornale in più ma ha scatenato un clima di violenza.
A Genova, Forza Nuova si è offerta di ripulire i muri di Sampierdarena dalle minacce («Bagnasco a morte») al vescovo. «Sono opera di frange numericamente risibili e destinate ad un triste tramonto - dice il movimento di destra-. Vista l'incapacità del Comune, prigioniero delle forze comuniste che hanno volutamente sorvolato sull'accaduto, provvederemo noi alla cancellazione di questi ignobili graffiti».
Scritte e polemiche non hanno sconvolto lagenda dellarcivescovo che domani riprenderà le celebrazioni nella diocesi. Alle 7.
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