Cronache

L’Authority non paga, così evita i «fulmini» della Corte dei conti

(...) di fine mandato dell'ex presidente dell'Autorità Portuale Giovanni Novi, già raccontata dal Giornale all'epoca dei fatti, quasi tre anni fa.
La pubblicazione, che dava conto dell'attività del Porto di Genova dal 2004 al 2008, doveva essere distribuita come allegato al quotidiano «Il Sole 24 Ore Nord Ovest», l'11 febbraio 2008, esattamente una settimana dopo il ciclone Multipurpose che si è abbattuto sul vertice di Palazzo San Giorgio in chiusura di mandato. Ma il fascicolo era scomparso e non aveva così mai raggiunto le edicole, senza alcuna spiegazione ufficiale.
Errore? Azione dolosa? Leggenda metropolitana? La faccenda era subito stata avvolta da un alone di mistero, a suggerire che, in quelle 111 pagine di dati e resoconti tecnici, compilate nel nome della trasparenza verso la città, ci potesse essere qualcosa di talmente scomodo da dover essere eliminato in tutta fretta, mentre Novi (poi assolto nel settembre scorso con formula piena per 12 capi d'imputazione su 13) era ancora agli arresti. E subito il pensiero dei più accorti era andato anche alle pubbliche finanze che quell'opera distrutta avrebbero dovuto pagare. Come denunciato a suo tempo in Regione dall'opposizione, e in particolare da Matteo Rosso (Pdl), si sarebbe trattato di uno sperpero da circa 64mila euro. Roba da Corte dei Conti, insomma, roba da individuare velocemente un responsabile cui far pagare l'inutile spesa. E invece oggi si scopre che il fascicolo, aperto dalla magistratura competente per fare giustizia, è stato richiuso, semplicemente perché il danno paventato non c'è stato. Nonostante la relazione sia nata e davvero andata in fumo nel giro di pochi giorni (ne restano solo 3480 esemplari superstiti e conservati negli uffici di Palazzo San Giorgio), l'Autorità Portuale si è rifiutata infatti di pagare il lavoro alla ditta che ha curato e stampato tutte le copie. Mossa curiosa, non c'è che dire, che ha messo al riparo i responsabili dall'essere chiamati a rifondere di tasca propria, ma che ha, com'è ovvio, scatenato gli avvocati patrocinatori di chi quel libretto lo aveva materialmente prodotto. La causa, ancora in corso, è in appello; la prima battaglia tuttavia è stata vinta dalla parte pubblica che ha visto accolta la sua opposizione al decreto ingiuntivo. Fino a sentenza definitiva resta vivo però il rischio che a pagare il conto di tutto, spese legali comprese, siano i cittadini, che invece avrebbero avuto il diritto di essere informati. Danno e beffa in pratica. Nella spiacevole attesa non resta che dare uno sguardo a questa famosa relazione, ora disponibile sul sito dell'Autorità Portuale in versione integrale al link http://www.porto.genova.it/pdf/home/RELAZIONE_2004_2007.pdf : con tabelle e numeri, senza orpelli né politica né tantomeno riferimenti apparentemente pericolosi, vi si ritrovano quasi cinque anni di vita della nostra città, dal tanto discusso Waterfront all'attuazione del piano regolatore costata 350 milioni di euro, dal processo di informatizzazione alle attività culturali di Palazzo San Giorgio, fino soprattutto al volume dei traffici in banchina.

Un piccolo viaggio indietro nel tempo che vale la pena di fare: così almeno i soldi dell'impaginazione non saranno stati sprecati.

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