da Milano
Riutilizzare allinfinito le materie prime. Far in modo che il ciclo di vita di ogni prodotto industriale non abbia una fine, ma solo tanti inizi. Prendiamo unauto: dopo un dozzina danni viene rottamata e le sue componenti smaltite. Tra pochi anni le cose potrebbero andare molto diversamente. La stessa automobile, una volta diventata inutilizzabile, andrà scomposta e le varie parti riutilizzate per produrre altre automobili o inserite in altri cicli industriali: le gomme per produrre materiale plastico e lalluminio, una volta lavorato, può diventare di nuovo materiale grezzo per svariate tipologie di prodotti. Non solo. Le varie componenti «riciclate» potrebbero essere esportate (o importate) in altri Paesi di tutto il globo. La teoria di un«Economia circolare» proviene dalla Cina e sta suscitando un crescente interesse in tutto il mondo. Non a caso sarà oggetto del seminario che si svolgerà oggi alla Triennale di Milano. Lincontro, promosso dal ministero dellAmbiente e della Tutela del territorio, dalla Fiera Milano e dallOcse, servirà per mettere giù le basi per realizzare anche nei paesi Occidentali lEconomia circolare e la teoria delle 3R: attraverso la riduzione, il riuso e il riciclaggio di risorse e rifiuti si risolvono contemporaneamente i problemi ambientali e quelli della reperibilità delle risorse, perché gli output del ciclo produttivo di uno stabilimento (che siano scarichi idrici, vapore, calore o residui) diventano un input per un altro, in qualità di materie prime e risorse.
Si comincia con il risparmio del materiale di confezionamento: eliminando, per esempio, lastuccio di cartone della maionese. Poi il riutilizzo, nei supermercati, attraverso lutilizzo di ricariche nei detergenti e detersivi. Infine il riciclo: gli scarti del legno derivanti dalla lavorazione del legno vergine vengono ceduti alle aziende che li trasformano in pannelli derivati da legno truciolare. Tutte operazioni che già si fanno a livello di singole iniziative, ma che il progetto cyrcular economy vorrebbe portare a livello globale. Per ora, è solo una teoria, ma il passaggio alla realizzazione pratica non è affatto unutopia. Il motivo? Lo spiega Corrado Clini, direttore generale del ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio: «Funzionerà perché è un progetto economico, oltre che ambientale. Lidea non è solo quella di riciclare, ma anche di creare un mercato internazionale per trasferire il materiale, creando delle filiere economiche concrete». Va però detto che per vedere la luce del progetto ci vorranno ancora sette o otto anni.
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