La Giunta Regionale della Liguria ha stabilito con la delibera n. 241 del 21 aprile 2011 il calendario scolastico 2011-2012.
L'assessore Rossetti sul sito «Io studio» Liguria spiega che il calendario è stato preventivamente discusso e approvato dal Comitato Regionale per l'Istruzione e la formazione (Crif), organismo consultivo rappresentativo di tutto il mondo della scuola e delle istituzioni. Il prossimo anno prevederà 207 giorni di lezione a partire dal 12 settembre 2011, che avranno termine il 9 giugno 2012 per tutti gli ordini di scuola tranne che per le scuole di infanzia che chiuderanno il 30 giugno 2012, dopo 225 giorni di attività. I giorni scendono a 206 se il santo Patrono è festeggiato in una giornata destinata alle lezioni.
Fin qui nulla di nuovo rispetto al passato. Ma allora dov'è la novità? Ecco che poco dopo recita: «Le scuole saranno tenute al rispetto dei termini di inizio e fine lezioni. Solo i professionali potranno eventualmente anticipare, per poter effettuare in tempo congruo gli esami di qualifica».
Cosa significa tutto questo? In queste poche righe c'è l'irrigidimento della Giunta Regionale della Liguria che ingessa il calendario scolastico a 207 giorni di scuola, 206 se il santo patrono cade durante l'anno scolastico, da svolgersi necessariamente con inizio il 12 settembre 2011 e termine il 9 giugno 2012.
Ma quanto stabilito dalla delibera regionale sembra essere in contrasto con la vigente legge nazionale sull'Autonomia Scolastica Dpr n.275 dell' 8 marzo 1999 che all'art. 3 comma 2 sottolinea: «Il Piano dell'offerta formativa è coerente con gli obiettivi generali ed educativi (
) e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell'offerta formativa.
E aggiunge all'art. 3 comma 3: «Il Piano dell'offerta formativa è elaborato dal collegio dei docenti sulla base degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione definiti dal consiglio di circolo o di istituto, tenuto conto delle proposte e dei pareri formulati dagli organismi e dalle associazioni anche di fatto dei genitori e, per le scuole secondarie superiori, degli studenti. Il Piano è adottato dal consiglio di circolo o di istituto».
Perciò, le scuole che volessero, il prossimo anno scolastico ampliare l'offerta formativa con un numero maggiore di giorni di scuola, anticipando l'inizio di una settimana, ad esempio, non potranno. Le scuole che, su motivata richiesta della maggioranza delle famiglie, volessero deliberare di fare una pausa didattica con chiusura della scuola (perché tenere aperta una scuola per «3» studenti è uno spreco di risorse) non potranno.
Allora ci sembra giusto porre una domanda all'Assessore Rossetti: ma le delibere regionali non devono essere in armonia con le leggi dello Stato (l'art.117 della Costituzione al comma 3)?
La Regione Liguria con questo «escamotage» ha di fatto impedito la pausa didattica in quanto il prossimo anno ci saranno sicuramente le elezioni amministrative e quindi, di questi 207 giorni, accantonandone 4 (2 per elezioni ed eventuali 2 per ballottaggio) ne rimarrebbero 203, che non sono sufficienti ad un fermo didattico dal lunedì al venerdì. Infatti si avrebbero 198 giorni di scuola e questo sarebbe in contrasto con l'attuale normativa scolastica.
Se ne deduce che la Giunta Regionale ha tutelato i diritti di tutti quei genitori che non vogliono la pausa didattica, calpestando i diritti di quelli che hanno espresso il proprio parere favorevole ma la cosa più grave è che la delibera sia in contrasto con l'autonomia scolastica che è una legge dello Stato.
In fondo se i giorni di scuola sono 207 o 214 che cosa importa, quando la normativa nazionale ne prevede un minimo di 200 all'anno?
Gli insegnanti non lavorano di meno o di più: Il loro impegno lavorativo è sempre quello stabilito dal contratto nazionale.
A tal fine, ho chiesto urgentemente al consigliere regionale Roberto Bagnasco, che è sempre molto attento e sensibile ai problemi dei cittadini, di porre un'interrogazione sul questa delibera regionale affinché si possa ragionare su una soluzione di mediazione tra Scuole e famiglie nel rispetto della normativa vigente.
Il concetto è che ogni Istituzione Scolastica può fare nel rispetto dell'Autonomia un Piano, cioè un «abito su misura» a seconda delle proprie esigenze.
Assessore, Lei ha messo il grembiule uguale a tutti ma quando il ministro Gelmini lo aveva proposto Voi non vi siete opposti?
*Docente scuola primaria Genova
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