L’autore Uno scrittore pensoso e colmo di malinconia western

Cormac McCarthy (Providence, 20 luglio 1933) è uno degli scrittori statunitensi più noti e apprezzati, tanto che il critico Harold Bloom lo ha recentemente incluso nei magnifici quattro della narrativa stelle e strisce contemporanea (gli altri sono Thomas Pynchon, Don DeLillo e Philip Roth). Oltre ai suoi numerosissimi romanzi tra cui la famosissima «Trilogia della frontiera» è autore di Sunset Limited, un’opera teatrale pubblicata per la prima volta in Italia nel 2008 (Einaudi) e che arriva stasera sulle scene italiane all’Arena del sole di Bologna (in America la rete on line Hbo sta lavorando alla produzione di un adattamento cinematografico con Tommy Lee Jones e Samuel L. Jackson). Il testo presenta solamente due personaggi, dei quali non si conoscono i nomi (vengono identificati come «il Bianco» e «il Nero»). Il «Nero» è un ex-carcerato cristiano evangelico, mentre il «Bianco» è un professore ateo. Tutta l’azione si svolge nel modesto appartamento del «Nero», a New York. Dal dialogo scopriamo che si erano incontrati per la prima volta poche ore prima in una stazione, dove il «Nero» aveva evitato che il «Bianco» si suicidasse buttandosi sotto un treno. I due cominciano quindi a dibattere sul significato della sofferenza, sull’esistenza di Dio e sul suicidio.

Si tratta di alcuni dei temi più cari a McCarthy e che tornano anche in libri come The Road o in quello che è considerato il suo opus magnus: Suttree (Einaudi, 2009). In questo romanzo del 1979, infatti, il tema dominante è quello della solitudine e dell’alienazione nella periferia americana.

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