Avvenire, giornale cattolico di solito autorevole e misurato, con tre notizie in meno duna settimana, illumina involontariamente vizi tuttora irrisolti duna parte dei cattolici italiani. Gli uomini in divisa? Non esistono e il loro umile lavoro merita silenzio sprezzante.
Ricordando il G8 del 2001 a Genova, Avvenire titola: «Le tute bianche sono da lavare». Cattolici pentiti? Sì, di non aver fatto di più. Non vi è, nellarticolo, neppure un accenno agli «utili idioti», piuttosto si indugia nelle allusioni alle «violenze da una parte e dallaltra»; unequidistanza strumentale che pone sul medesimo piano teppisti e forze dellordine, trascurando che la violenza duna parte circoscritta della polizia fu propiziata dalla volontà di delinquere duna vasta e maggioritaria porzione di teppisti. Non si medita sulla morte di Giuliani, sulla devastazione della vita del carabiniere Placanica, sullassenza di carità cristiana verso umili carabinieri e poliziotti che facevano solo il proprio difficile e malpagato dovere.
Il 15 luglio, a proposito di «droga libera», desiderio serpeggiante nellattuale maggioranza, Avvenire ricorda «lattacco cavilloso alle comunità terapeutiche» e rimarca «lentità del massacro che si sta compiendo per le nostre strade» (seicento morti lanno). Dimentica, Avvenire, che il pio Clemente Mastella (popolarissimo fra i cappuccini) ha inferto la santa pugnalata alle comunità cattoliche, mentre numerosi altri devoti arrotolano canne con questo governo con la medesima fraternità che usarono coi teppisti del G8 di Genova.
La guerra in Libano, infine. Persino Prodi sè risolto (tardi e messo sullattenti da Bush) ad additare le colpe di Hezbollah.
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