Gian Micalessin
Limpegno a «cancellare dalla carta geografica» Israele lanciato dal presidente Mahmoud Ahmadinejad aveva diviso anche i vertici iraniani irritando chi giudica troppo irruente quel presidente pasdaran e teme un ritorno allisolamento internazionale. Ma di fronte ai rischi di fratture al vertice scende in campo la suprema guida Alì Khamenei. Domenica la massima autorità del paese convoca le massime autorità del paese attorno al tavolo delliftar, il pasto serale che rompe il digiuno del ramadan, e invita tutti a rimanere uniti. «Il nemico spiega Khamenei - fa sforzi enormi per creare lacerazioni al nostro interno». Sul versante internazionale invece i paesi che «hanno fatto tanto chiasso» dopo le affermazioni del presidente Mahmud Ahmadinejad «sono chiaramente sotto l'influenza del regime sionista». Dunque Khamenei dopo aver richiamato allordine limpulsivo ed inesperto presidente ordina di serrare le file e salvare lunità interna. E in meno di 24 ore tutti si allineano.
Il primo ad obbedire è il generale Rahim Safavi, capo dei pasdaran, che non esita ad ammonire lEuropa ricordandole di non «legare il proprio destino agli Stati Uniti se vuole continuare ad avere un ruolo in Medioriente». Rivolgendosi ai Basij le milizie di volontari pronti a morire per gli ideali della rivoluzione islamica, Safavi promette che lIran «cardine della politica mediorientale non permetterà mai agli Stati Uniti di realizzare i suoi progetti nella regione».
Lagenzia Mehr legata al presidente Mahmoud Ahmadinejad preannuncia invece che lEuropa, rosa dalle divisioni interne, capitolerà davanti di fronte alle richieste della «Repubblica islamica accordandole il diritto a proseguire con i suoi programmi nucleari», compreso l'arricchimento dell'uranio.
Sul tema del nucleare si esprime anche Alì Larijani, il capo del Consiglio di sicurezza nazionale considerato un fedelissimo di Alì Khamenei. Larijani subito dopo le dichiarazioni di Ahmadinejad sulla distruzione dIsraele aveva cercato di ammorbidire la posizione dellIran offrendo un ritorno senza condizioni al tavolo delle trattative nucleari con lEuropa. Le dichiarazioni rese ieri durante un incontro con gli studenti sembrano però andare in direzione esattamente opposta. «Le intimidazioni spiega Larijani - ci renderanno più decisi e ci spingeranno verso l'arricchimento dell'uranio». Secondo Larijani lIran non solo vuole proseguire la conversione delluranio nellimpianto di Isfahan, ma pretende che lEuropa e lAgenzia internazionale per lenergia atomica accettino la richiesta di estendere operazioni anche allimpianto di Natanz.
Il vice ministro degli Esteri Said Salili intervenendo in Venezuela ha ricordato invece che la Repubblica islamica si oppone ad Israele perché a differenza dello Stato ebraico «rispetta i diritti umani e la democrazia». Secondo Jalkili lIran non può riconoscere i regimi che si appropriano della terra altrui con la forza o attraverso la politica di apartheid».
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