Genova sempre più «città aperta» agli stranieri, soprattutto clandestini; le contraddizioni della «nuova stagione» proclamata da Marta Vincenzi; lo schiaffo subìto con labbandono della sede di Unicredit che era lultimo riferimento prestigioso rimasto a livello locale dopo la serie infinita di trasferimenti di centri direzionali: Alberto Gagliardi, già deputato e sottosegretario, oggi capolista di Forza Italia per il Consiglio comunale, lancia lallarme «prima che sia troppo tardi».
Allora, Gagliardi, da dove cominciamo?
«Veramente io ho già cominciato da tempo, a spiegare ai cittadini e agli elettori quello che sta succedendo e quello che succederà alla nostra Genova se non invertiamo la tendenza e mandiamo a casa la sinistra».
Dica la verità: la nuova stagione di Supermarta non la convince.
«Ma quale nuova stagione! È una presa in giro bella e buona. La nuova stagione è vecchissima, è la stessa stagione di sempre. Lo dice proprio lei, Marta Vincenzi, che ha interpretato e condiviso, in particolare da presidente della Provincia, tutte le scelte, risultate fallimentari, delle passate amministrazioni».
Esempio tipico...
«...la Fiumara, unarea vocata allo sviluppo marittimo-portuale che è stata sacrificata a ben altro sviluppo: quello delle coop rosse. Ma non basta».
In che senso, scusi? Pare già fin troppo.
«No, cè di più a proposito della presunta nuova stagione. Cè che nella lista civica che si ispira nel nome al nuovo corso vincenziano hanno trovato collocazione due architetti, Marina Montolivo Poletti e Anna Grazia Ighina, che a suo tempo avevano sparato a zero contro il progetto Fiumara, parlando addirittura di orrore. E ora ce le ritroviamo allineate e coperte, al servizio di Supermarta. Bella coerenza!».
Via, Gagliardi, non sia sempre così severo. Si può sempre cambiare opinione.
«Certo. Ma allora bisogna avere il coraggio di dirlo chiaro e tondo. Altro che far finta di niente, come in questo caso. Fortuna che io ho la memoria lunga».
A proposito: la nuova stagione parla di porto lungo. Lei, Gagliardi, non sarà mica per il corto?
«Guardi che il porto non è mica un abito da allungare o accorciare a piacimento. Questa storia del porto lungo va di pari passo con quellaltra dellarea vasta. Stessa ideatrice Marta Vincenzi, e stessa inconsistenza pratica. Irreale».
Linvasione degli stranieri, invece, è una realtà.
«Purtroppo. E quando parlo di invasione, non mi riferisco, ovviamente, ai turisti che sarebbero tanta manna per la città e che invece le amministrazioni di sinistra hanno cercato in qualsiasi modo di tenere lontani. Parlo degli immigrati, in particolare quelli clandestini, che diventeranno presto una vera e propria emergenza per Genova».
Il Comune li accoglie a braccia aperte.
«Io dico che dovremmo rimetterci a cantare La leggenda del Piave: Non passa lo straniero. Altrimenti finiremo per essere circondati».
Chiudiamo su Unicredit-Capitalia che se ne va da Genova?
«Non chiudiamo. Anzi, apriamo un nuovo capitolo nerissimo della storia della città che si verifica nel silenzio generale delle istituzioni e dei candidati di sinistra. La sede legale della grande banca è sempre stata mantenuta qui, ora si trasferisce a Roma.
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