«È lì che capisci chi sono gli amici...»

Se gli dici che il primato è suo si irrigidisce. Gli è già successo: «...C’era Gullit, lo marcavo io, e la palla ha fatto due o tre rimbalzi prima di entrare nella porta di Zenga. Io l’avevo appoggiata, ma non ho mai detto che la colpa era sua».
Certo che in un derby è una botta...
«Si vabbè, ma se li contiamo per davvero, di autogol ne avrò fatti un paio in tutto».
Abbiamo scatenato gli esperti e ribaltato gli archivi. Signor Riccardo Ferri, i conteggi gliene attribuiscono otto, uno in più degli altri.
«Dunque, intanto oggi me ne attribuirebbero al massimo due. Ai miei tempi bastava una impercettibile deviazione, magari del tutto ininfluente. Adesso con le nuove norme Fifa l’autogol è una cosa molto più seria. Per farti dare un autogol devi tirare in porta».
Come fece Niccolai contro il Catanzaro?
«Lui ha fatto delle cose eccezionali, spettacolari».
Ma lei lo ha superato...
«Secondo me siamo alla pari e in più vi state dimenticando di qualcuno...».
Lei pensa ci sia dietro una specie di macchinazione?
«Guardi, un po’ è seccante avere il primato delle autoreti, ma solo chi ha fatto un autogol può capire cosa significa».
Ce lo dica.
«Intanto stai male. Poi capisci chi sono gli amici e chi sono quelli da cui ti devi guardare. Nel calcio, mentre sei in attività, non è facile capire chi ti è veramente vicino. In genere lo scopri dopo, a fine carriera. Ma se fai un autogol hai una risposta immediata, c’è chi ti gira le spalle e chi invece capisce il momento. Comunque dopo quell’autorete contro il Milan mi sono ripreso immediatamente e credo di aver giocato una delle mie partite migliori. Sicuramente il mio miglior derby».
Probabilmente ha ragione lei, quelle di Niccolai erano vere autoreti. È bello che lei riconosca la classe di Comunardo...
«È stato anche lui un grande giocatore, questo dualismo lo hanno creato per scrivere un po’. Ma io ricordo che solo quando ho fatto l’ultimo autogol ho eguagliato il suo record».
Si ricorda quando?
«L’ultimo autogol?...».
Sì, l’ultimo autogol...
«Contro la Juventus... poi sono andato alla Samp e non ne ho più fatti».
Insomma, due ma pesanti...
«Sì, ma ripeto, andate a guardare meglio i tabellini e scoprirete altre cose. Per esempio che al mio esordio in Nazionale ho segnato dopo soli 18 minuti di gioco. Credo sia un primato. E anche i miei quattro gol con la maglia azzurra da difensore centrale credo siano un primato...».
In coabitazione?
«Ah, questo è in coabitazione mentre nell’altro sono primatista solitario?».
No, qui ha ragione lei, Collovati ne ha fatti solo tre.

Ma lei è ricordato come uno dei migliori difensori centrali della storia del calcio italiano. Però il tempo cancella tutto. Ma se resterà il difensore con il maggior numero di autoreti, allora il suo sarà un ricordo eterno...
«Sì, ma mi piacerebbero dei conteggi più...».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica