L’elogio del pattuglione criticato da tutti

(...) Premessa minore: penso che chiunque si dia da fare per far rispettare le leggi meriti rispetto. Ad esempio, mi ha lasciato incredulo leggere un articolo del Secolo XIX nei giorni scorsi (ma il giornale, stavolta, non c’entra assolutamente nulla, c’entrano gli intervistati), in cui molti cittadini si lamentavano perchè l’Amt ha fatto un pattuglione per scoprire coloro che non pagano il biglietto. C’è chi l’ha buttata sul sociologico e sul fatto che le vittime sono quasi tutti poveri immigrati, c’è chi ha parlato di «azione dimostrativa selvaggia», chi se l’è presa perchè i mezzi pubblici sono in ritardo, chi ha buttato l’indice contro i controllori brutti e cattivi.
Ma che c’entra? Che c’entra il ritardo del bus con il pagare il biglietto? Si inizi a pagare tutti, poi, magari gli autobus arriveranno in orario più spesso.
Così come non pare una grande idea quella dell’Ugl, il sindacato più vicino a Gianfranco Fini, che spiega che il pattuglione «è un’operazione che danneggia i “verificatori di titoli di viaggio“, meglio noti come controllori, perchè ne peggiora l’immagine agli occhi dei cittadini e li espone al rischio di reazioni violente da parte della gente». Ma scherziamo? Reazioni violente perchè si chiede di pagare il biglietto. Via, siamo seri. Se questo è il sindacato «di destra», ci chiediamo cosa sia la destra.
Per la cronaca, fra l’altro, il pattuglione alla ricerca della timbratura perduta ha realizzato i seguenti risultati: i controlli in piazza Fontane Marose, mercoledì scorso dalle 7 alle 18,30, hanno portato a verificare circa 8200 passeggeri su 711 autobus. Risultato: 556 multe.
Come in tutte le leggi, anche in quelle minime, c’è una verità incontrovertibile: che è solo rispettandole che si può contribuire al benessere generale. E, di solito, chi strilla di più per non rispettarle ha qualcosa da farsi perdonare.
Detto questo, però, dato che le norme valgono per tutti, va anche detto che il carosello degli autobus da Brignole a De Ferrari del giorno dello sciopero, è assolutamente inammissibile. L’Amt, che pure ha promesso provvedimenti, ha anche spiegato che il danno economico in gasolio è minimo.

Ma qui non è una questione di dieci, cento o mille euro: se un autista è in sciopero, l’autobus deve andare dritto in rimessa. Non fare passerelle in via Venti a clacson spiegati. E qualcuno deve dire agli autisti che non si fa.
Uno sciopero con i mezzi per strada non esiste al mondo. A Genova, sì.

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