L’energia solare fa lievitare la vostra bolletta

Leggo, con sconcerto, sui giornali che il governo ha fissato come obbiettivi per il fotovoltaico l’installazione di 3mila MW al 2014 e di 8mila MW al 2020. Ma sanno quanto verrà a costare a tutti noi - voce A3 della bolletta elettrica - con il «conto energia» che dura 20 anni, quest’alzata d’ingegno? Probabilmente no, oppure non gli interessa. Infatti in 20 anni 3mila MW ci costeranno circa 50 miliardi e 8mila MW oltre 130. Pazzesco! Tutto questo si badi bene per avere un’energia «inservibile», perché intermittente ed inaffidabile (non sempre il sole c’è o splende); risibile, perché su base annua è pari a quella prodotta da una centrale convenzionale o nucleare di circa un decimo di potenza nominale. Senza poi considerare che con grandi potenze installate il fotovoltaico - per sua natura di funzionamento - può mettere a serio rischio di black-out la rete elettrica. Inoltre va detto che con 50 miliardi si potrebbero costruire ben 13 centrali nucleari da 1.600 MW ognuna, con continuità del 90%, che da sole coprirebbero circa la metà del fabbisogno elettrico italiano e che ci metterebbero pure al sicuro dalle restrizioni ed ecomulte europee sulle emissioni di CO2, Kyoto compreso. Infine è bene sapere che è dimostrato che per un posto di lavoro creato nelle energie rinnovabili se ne impedisce la nascita da cinque a sette in altri settori. A questo punto la domanda è: a chi giova tutto questo non senso? Attendo lumi.
Sesto Fiorentino (Fi)

Lumi, lumi, caro Cerofolini... e chi ci si raccapezza? La sinistra e gli ambientalisti, per dire, ritengono vergognosamente basso l’obbiettivo degli 8mila megawatt entro il 2020, pensi un po’ lei. L’unica cosa chiara come il sole è l’enorme esborso per produrre quella quisquilia di energia «pulita». Altra cosa certa è che a pagarne il costo - qualunque esso sia - saranno anche e indistintamente quanti pagano la già salata bolletta. Parola dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas: «Si evidenzia che le risorse per l’erogazione delle tariffe incentivanti ai produttori da parte del Gestore del sistema elettrico (Gse) devono trovare completa copertura attraverso la componente tariffaria A3 e sono, dunque, totalmente a carico dei clienti finali». Totalmente.
Il furore fotovoltaico (e solare, ed eolico) ha origine in una direttiva europea del 2001, emessa, cioè, all’acme del rimbambimento per il «global warming», il riscaldamento globale di origine antropica. Tambureggiante promozione e sontuosi incentivi a favore dell’energia alternativa erano dunque la risposta al disperato appello di Al Gore e della cricca catastrofista che faceva capo all’Onu. Ma oggi, avendo al di là di ogni ragionevole dubbio escluso che si vada galoppando verso la desertificazione del pianeta e accertato che ai nostri traffici Madre Terra è del tutto indifferente (basta una sfiatatina dell’Eyjafjallajokull, il famigerato vulcano islandese, per pareggiare vent’anni di emissioni di CO2 da attività umane), che senso hanno? Riconduciamo dunque le fonti di energia verde al ruolo che è loro: un aiutino, piccolo piccolo; un gesto di buona volontà nel vasto e impegnativo disegno - quello sì da perseguire - di rendere il mondo più pulito, meno inquinato; sottraendolo al tempo stesso e grazie al nucleare al ricatto dei signori del petrolio. In pratica, caro Cerofolini, buttare a mare il catastrofismo ambientalista con tutti i suoi protocolli, direttive, quote di CO2, ecomulte e altre fanfaronate costosissime tornando a fare gli interessi del genere umano e non di un feticcio come Madre Terra la quale di ciò che facciamo o produciamo gliene importa un tubo.

Poi, se avanza il tempo, ci si potrebbe anche impegnare per salvare dall’estinzione la rana pelobate o il bunolagus monticularis (un coniglio).

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