RomaIl suo discorso davanti al Parlamento europeo del 16 novembre scorso sta diventando una sorta di tormentone del web. Uno specchio perfetto per gli umori dei tanti che hanno mal digerito lavvento del governo Monti. La sua pagina Facebook è stata letteralmente invasa da commenti entusiasti di cittadini italiani che lo ringraziano «per aver avuto il coraggio di dire la verità». Ciononostante la sortita delleuroparlamentare britannico, Nigel Farage, scagliatosi contro lo stato maggiore delle istituzioni europee schierato in aula a pochi metri da lui - da Herman Van Rompuy a Josè Barroso fino a Olli Rehn - è passata completamente sotto silenzio sulla stampa e sui tg italiani.
Il suo affondo è un jaccuse a tutto tondo contro il governo dellUe. «Siamo qui sullorlo di un disastro finanziario e qui davanti a me ci sono i responsabili di tutto questo. Eppure continuiamo ad ascoltare i discorsi più noiosi e tecnocratici mai sentiti. Mi chiedo: chi di voi è stato eletto? Chi ha la legittimità democratica per ricoprire i ruoli che rivestite? Nessuno. In questo vuoto è entrata Angela Merkel e oggi stiamo vivendo in unEuropa sotto dominazione tedesca. Io non voglio vivere in unEuropa così!». Esaurita la premessa, il parlamentare, membro di un partito inglese di stampo conservatore-euroscettico, porta allattenzione dellaula esempi precisi di euro-ingerenza. «Voi avete giocato un ruolo in queste circostanze. Quando il presidente Papandreu ha pronunciato la parola referendum, lavete fatto rimuovere sostituendolo con un governo fantoccio. Che spettacolo disgustoso». A quel punto Farage sposta il mirino sullItalia. «Non soddisfatti avete deciso che Berlusconi doveva andarsene. Così è stato rimosso e sostituito da Monti, ex commissario europeo, vostro collega corresponsabile di questo disastro, un uomo che non era neppure membro del Parlamento. Sta diventando come un romanzo di Agathe Christie, ci si chiede: chi sarà il prossimo a essere fatto fuori? Siete voi che dovreste essere licenziati. A lei, Mr. Van Rompuy dissi che sarebbe stato lassassino silenzioso delle democrazie nazionali.
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