L’Europa approva nuovo farmaco contro i 200mila tumori al polmone

La Commissione Europea ha dato via libera alla commercializzazione del farmaco anticancro per uso orale, gefitinib, per adulti con tumore polmonare non a piccole cellule, in stadio localmente avanzato o metastatico, con mutazioni che attivano il recettore Egfr. Una innovazione terapeutica, che fa fare un passo in avanti nel trattamento di questa patologia sempre più in aumento nel sesso femminile, spesso difficile da trattare.
Delle neoplasie al polmone (oltre 200mila le nuove diagnosi ogni anno in Europa, 35mila in Italia), l’80 per cento è proprio rappresentato dal tipo non a piccole cellule. L’innovativa molecola, frutto della ricerca di AstraZeneca, rientra nei cosiddetti farmaci biologici: agisce inibendo l’attività enzimatica della tirosina-chinasi che attiva il recettore Egfr, bloccando la trasmissione dei segnali coinvolti nella crescita e nella diffusione dei tumori. «La mutazione dell’Egfr è una caratteristica presente nell’ordine dell’ 8-10 per cento di tutti i carcinomi del polmone non a piccole cellule» spiega Giorgio Vittorio Scagliotti professore ordinario delle malattie dell’apparato respiratorio all’università di Torino.
«Nel carcinoma polmonare è la prima volta che un farmaco viene registrato in un gruppo specifico di tumori che portano in sé una caratteristica molecolare specifica».
Queste neoplasie si rivelano particolarmente sensibili all’azione di Gefitinib, come ben dimostrano i risultati degli studi di fase III Ipass e Interest, di confronto tra il nuovo biologico e la chemioterapia tradizionale.
«Nello specifico – sottolinea il professor Scagliotti - lo studio Ipass afferma la possibilità di trattare i pazienti in prima linea con un singolo farmaco orale, la cui efficacia, in presenza di mutazione di Egfr rispetto alla tradizionale chemioterapia risulta essere superiore, sia in termini di risposta obiettiva, vale a dire di riduzione della massa tumorale, sia di periodo di vita libero dalla progressione del tumore». E ciò avviene senza i noti effetti collaterali della chemioterapia.
Anche in seconda linea di trattamento, la molecola ha dimostrato la stessa efficacia della chemioterapia, come sopravvivenza globale.

«L’approvazione del farmaco a livello europeo è una conferma dell’impegno di AstraZeneca nella ricerca e sviluppo di terapie efficaci in ambito oncologico», commenta Raffaele Sabia, direttore medico della multinazionale farmaceutica in Italia. L’azienda lavorerà con medici e patologi dei diversi Paesi europei per facilitare l’accesso ai test diagnostici e condurrà poi uno studio di follow-up effettuato su un grande numero di pazienti.
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