Per la lentezza dei processi, lEuropa tenta ancora una volta di mettere alle strette il nostro Paese. Non è solo lennesimo richiamo per i 9 milioni di procedimenti pendenti, ma linvito pressante alle autorità italiane ad adottare con urgenza tutte le necessarie «misure ad hoc» per invertire la tendenza e lannuncio che nel 2009 e 2010 i tempi giudiziari nei settori civile, penale, amministrativo e fallimentari saranno sotto attenta osservazione comunitaria.
Il Consiglio dEuropa riconosce che lItalia ha fatto progressi, senza però risolvere in modo definitivo il problema strutturale della durata dei processi, visto che continuano ad esserci 5,5 milioni di casi civili e 3,2 milioni di casi penali pendenti, insieme a quelli amministrativi. Bruxelles raccomanda a governo e Parlamento di attuare le misure già previste, metterne in campo di nuove e anche rivedere la legge Pinto (quella del 2001 per risarcire le vittime delle lungaggini processuali). Secondo lorganismo europeo, il fatto che molti italiani si rivolgono alla Corte di Strasburgo per indennizzi troppo ridotti o avvenuti in ritardo dimostra che queste norme sono inadatte. Il Comitato invita quindi lItalia a creare un fondo speciale per i risarcimenti e a semplificare le procedure per ottenerli. Quanto al settore fallimentare cè il riconoscimento che la riforma del 2006 sui processi per bancarotta «ha contribuito a diminuirne il numero ed accelerarli».
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