L’Europa contro i bonus Berlusconi: «La priorità? Stop alla speculazione»

NEGOZIATO Al summit bisognerà trattare con gli Usa, contrari a limiti troppo stretti

L’Europa contro i bonus Berlusconi: «La priorità?  Stop alla speculazione»

Bonus posticipati, e comunque legati ai risultati, per i banchieri. Misure più forti contro la disoccupazione e per aiutare la ripresa dell’economia. Ma anche attenzione ai conti pubblici, perché la soluzione per l’uscita dalla crisi non può essere rappresentata dall’indebitamento degli Stati. I capi di Stato e di governo dell’Unione europea preparano il G20 di Pittsburgh in un vertice straordinario, a Bruxelles, per discutere i temi chiave del prossimo summit, bonus dei banchieri in testa.
«Il problema dei bonus è importante - commenta il premier Silvio Berlusconi - ma il problema della speculazione sui prezzi delle materie prime, delle risorse alimentari ed energetiche lo è ancora di più: se i bonus valgono uno, la lotta alla speculazione vale cento». L’Italia chiede pertanto di rafforzare la dichiarazione per quanto riguarda la speculazione finanziaria. «Sono la speculazione e la variabilità sui prezzi delle materie prime, delle risorse energetiche e dei prodotti alimentari - spiega il presidente del Consiglio - che determinano anche tragedie, come la morte di decine di milioni di persone in Africa». La cancelliera tedesca Angela Merkel è andata anche più in là, proponendo una tassa internazionale sulle transazioni finanziarie (una sorta di Tobin Tax per far pagare anche al settore finanziario i costi della crisi).
La «stretta» sui bonus va comunque fatta, dato che l’eccesso di propensione al rischio ha giocato «un ruolo chiave nella crisi finanziaria», dicono i leader europei. Ma non sono stati decisi limiti precisi da proporre al G20, come avrebbero preferito Francia e Germania. Limiti che la Gran Bretagna non avrebbe comunque accettato: la posizione di Londra è vicina a quella di Washington, e lo stesso governo russo fa sapere che la regolazione dei bonus «debba essere fatta a livello nazionale». Così, i Paesi europei si accordano su una cornice che preveda il riconoscimento posticipato dei bonus ai banchieri, in modo da non pagarli in caso di performance negative. I compensi andranno legati ai risultati di medio termine. «È una questione etica - commenta il presidente della Commissione europea, Manuel Barroso -, i contribuenti europei devono sapere che i loro soldi non devono essere usati per astruse strutture finanziarie». Le linee-guida della nuova politica delle retribuzioni sarà presentata a Pittsburgh da Mario Draghi, presidente del Financial Stability Board.
Sulla situazione dell’economia l’analisi è condivisa: il peggio è passato, ma non è ancora giunto il momento di interrompere le misure per favorire la crescita. Si continua invece a discutere della «strategia d’uscita» dalla crisi. C’è preoccupazione diffusa per gli effetti a scoppio ritardato sull’occupazione nell’Ue. «L’Europa - dice il primo ministro svedese Fredrik Reinfeldt, presidente di turno Ue - deve trovare una via d’uscita dalla crisi, e la soluzione non può essere quella di avere Paesi altamente indebitati». Il documento conclusivo pone anche l’accento sulla necessità di «accelerare le riforme» nel quadro della lotta alla disoccupazione, e di chiudere «tutte le scappatoie» nelle regole di Basilea sull’attività creditizia.


Sull’ambiente, tema che sta molto a cuore al presidente Obama - padrone di casa del prossimo summit - i Ventisette chiedono che il G20 rivolga un appello perché si trovi un accordo al vertice sul clima di Copenaghen, a fine anno.

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