Economia

«L’Europa? Dovrebbe consumare di più»

«L’Europa?  Dovrebbe  consumare  di più»

da Milano

Il nodo dell’economia mondiale resta irrisolto: il deficit commerciale Usa. O per usare le parole di Stephen Roach, capo economista di Morgan Stanley, ieri a Milano: «lo squilibrio tra gli americani che spendono per comprare lettori Dvd fabbricati in Cina. E la Cina che compra titoli di Stato emessi a Washington». Da qui, secondo Roach, bisogna partire per guardare al futuro della crescita internazionale. Da qui anche la visione dell’economista di «un trend che resta comunque negativo per il dollaro», nonostante il recente rafforzamento. «La speranza per l'Europa - ha proseguito - è quella che il deprezzamento del dollaro avvenga soprattutto contro le valute asiatiche». Le stime indicano inoltre un apprezzamento della valuta nipponica. Roach ha anche detto di attendersi ancora un rialzo dei tassi da parte della Fed e poi a seguire un periodo di stabilità dei tassi d'interesse Usa.
Quanto all’economia europea il problema è la debolezza dei consumi privati: «Il Vecchio continente deve affrettarsi a stimolare la domanda domestica». Non è facile, perché «le ristrutturazioni da parte delle aziende - ha spiegato - portano nell’immediato alla perdita di posti di lavoro e quindi all’aumento della disoccupazione con conseguente perdita del potere d’acquisto». Ma a un certo punto il trend finisce con l’interrompersi: le aziende riacquistano i necessari livelli di competitività e possono ricominciare a crescere.
Roach ha sottolineato le attese di «un rallentamento dell’economia cinese». La crescita degli ultimi sei anni è stata tra il 6% e il 9%. Attualmente il pil del paese sta registrando una crescita nella parte alta della forchetta, ma Roach crede che sia vicino un ritorno al margine inferiore. In particolare a rallentare saranno le esportazioni anche a causa delle azioni protezionistiche degli altri paesi. Secondo Roach questo tipo di atteggiamento è in aumento perché con la globalizzazione aumenta anche l’incertezza per i lavoratori.

Le stime di crescita globali per il 2005 sono del 4%, con un +3,5% per gli Stati Uniti e un +1,5% in Europa.

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