L’ex braccio destro di Bossi e l’intoccabile sottosegretario

C’è voluto un libro scritto da Roberto Gremmo, biellese di 55 anni, a ritrovare la verità su quel Francesco Moranino, che i comunisti hanno sempre difeso a spada tratta. Gremmo nel ’73 fondò il primo giornale autonomista del Piemonte e fu il primo consigliere provinciale di Torino a essere eletto (1985) come autonomista. La sua «Union Piemonteisa» sarà la prima alleata del movimento di Umberto Bossi, ma Gremmo romperà presto in maniera burrascosa con il leader della Lega. La sua passione per la ricerca storica lo ha portato a scrivere di Moranino. Per capire qualcosa di questo personaggio, un intoccabile, un’icona del Pci, deputato alla Costituente, basta leggere la sua «biografia» ad opera dell’Anpi. Le accuse nei suoi confronti vengono definite «una montatura giudiziaria, che aveva come obiettivo la Resistenza nel suo complesso».

E ancora: «Era così evidente l’intento persecutorio contro il comandante partigiano che, nel 1958, il presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, decretò la commutazione della pena in dieci anni di reclusione». Non un’assoluzione ma solo uno sconto. E lui lo rifiutò. L’Anpi scrive: «Rimpatriò solo quando fu ufficialmente riconosciuto che i fatti di cui era accusato erano "atti di guerra"». L’eccidio nessuno lo nega.

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