Poche pagine di ordinanza di custodia cautelare. Testimonianze di bambine sotto i dieci anni che accusano Alessandro Riva di «attenzioni» particolari. Quattro minorenni che sarebbero state molestate. Unaccusa che ha costretto il critico darte ai domiciliari. Martedì, Riva sarà interrogato dal gip Giorgio Barbuto. «Avremo modo di chiarire - spiega uno dei suoi legali, lavvocato Marco Marzari - che la realtà dei fatti è completamente diversa». E se quattro minorenni accusano il critico darte, «almeno altre otto sentite dalla polizia lo scagionano». Poi, ci sono le foto trovate dagli uomini della squadra mobile. Cinque scatti che ritraggono i figli. «Immagini che non hanno nulla di equivoco - precisa Marzari -. Quale genitore non ha fotografie dei propri figli?». Unaltra occasione di chiarimento, sarà lincidente probatorio già chiesto dal pubblico ministero Laura Amato, titolare dellinchiesta. Al momento, tuttavia, linchiesta per abuso sui minori che ha colpito il critico darte Alessandro Riva piomba come un fulmine a ciel sereno sulla comunità degli artisti milanesi.
La reazione è un coro unanime di incredulità da parte di tutti coloro che conoscono Riva. Il critico ha infatti lanciato in questi anni unintera generazione di artisti milanesi che oggi viaggia ai vertici delle quotazioni non solo nazionali: dall«Officina milanese» degli anni 90 (composta da Pignatelli, Velasco, Petrus, Frangi), alla nouvelle vague di Italian Factory. Primo a scendere in campo in difesa di Riva è il collega Maurizio Sciaccaluga, che da dieci anni lavora al suo fianco prima nella redazione di Arte, poi nellorganizzazione di numerose mostre e ancora nellassessorato di Vittorio Sgarbi. «Conosco Riva come le mie tasche, persona generosa e padre affettuoso. Recentemente lho visto un po preoccupato, ma anche proiettato verso progetti futuri, non certo come farebbe qualcuno che ha misfatti da nascondere». Per Luca Pignatelli, si tratta di un incubo allucinante su cui è certo verrà fatta luce: «Conosco Riva da quando era alle sue prime critiche giornalistiche. Non ho dubbi che si tratti di un gigantesco equivoco, Alessandro ha allevato tre figli meravigliosi e ha sempre messo la famiglia e gli affetti al primo posto. Fatto raro di questi tempi». Velasco, altro ex alfiere dell«Officina milanese», parla di rischio di gogna mediatica. «In questi casi si tende spesso a gettare fango anche quando non si conoscono i termini dellinchiesta. Ora temo per i danni che potrebbero derivare ai suoi figli anche quando tutto sarà chiarito. Mi infastidisce una certa ironia con cui alcuni media tratteggiano il mondo dellarte, quasi fosse un covo di pervertiti». Il pittore Federico Guida, altro artista della scuderia milanese, si dice turbato: «Si tratta senzaltro di un tragico errore. Alessandro ha una personalità molto espansiva e in più occasioni ho avuto modo di vedere la spontaneità con cui si relaziona agli altri. Temo che qualcuno possa avere frainteso».
Ma lultima parola spetta al Gip che martedì interrogherà Riva sui presunti abusi.
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