Politica

L’ex magistrato che negozia in minigonna

Il sottosegretario è sconosciuto anche all’interno del governo

Luca Telese

da Roma

La Melchiorre tratta. La Melchiorre dichiara. La Melchiorre si rammarica. La Melchiorre avverte che c’è una battuta d’arresto. Bene, ottimo, perfetto. Ma la Melchiorre chi è? La cosa bella di finire in un governo, è che prima poi qualcosa ti tocca. E così, nel bel mezzo della più delicata crisi internazionale, nel più delicato snodo di una trattativa impossibile fra affetti e leggi, tra bambini e Stati, Daniela Melchiorre, sottosegretario alla Giustizia, il suo impegno, la sua battaglia e persino il suo momento di gloria l’ha trovato.
Le agenzie si sono improvvisamente riempite di foto di una ragazza-sventola di 36 anni: gonne in pelle elettrochoc, scollature da apnea, viso incantevole, chioma nera e fluente. Insomma, lei. Nei corridoi di Montecitorio un boato: «Abbiamo la Carfagna di sinistra, tiè!» (professione di orgoglio all’indirizzo dei colleghi di centrodestra). D’accordo. Ma da dove viene la Melchiorre? Boh? Nessuno lo sa. La cosa meravigliosa della terza Repubblica è che si può arrivare anche così, paracadutati dal possibile alla prima linea. Il suo curriculum informa: «Magistrato militare presso la procura di Verona e Torino», poi «Sostituto procuratore militare della Repubblica presso il Tribunale militare di Torino». Bene. Ma - per farsi la domanda che si è fatto Clemente Mastella (vecchia scuola) - quando se l’è trovata per la prima volta al ministero: «Scusate, ma questa di che cavolo di partito è?». Gli hanno risposto: «È un tecnico». Caspita. Il curriculum informa anche: «È madre di una bambina di due anni». La foto su Giustizia.it fa impallidire la Gregoraci e la Canalis. Ieri esibiva un body di raso avorio che ha fatto strabuzzare gli occhi agli agenti di Ps. Nel caso di Maria aveva esordito dicendo: «La bambina va restituita». Poi ha avvertito: «Il dialogo fra le parti non è facile». Ieri era costernata: «La trattativa è fallita». Si muore dalla voglia di saperne di più. Qualcuno ti dice: «È in quota Margherita». Alla Margherita rispondono: «Non la conosciamo». Possibile? No, ecco la spiegazione: «Forse viene dall’area diniana». Fantastico. Telefonata all’onorevole Italo Tanoni, luogotenente diniano, vecchia volpe di Palazzo: Il talent scout è lei? Sorriso: «Non mi faccia dire... ». Ma dica, dica... «Be’, insomma... io sono della teoria: una bella donna non guasta mai». E così è riuscito a piazzarla a governo? «Sa come sono quegli equilibri, no? Mancavano donne, Milano era scoperta... ». E a lei è venuta in mente la Melchiorre: «Conoscevo Daniela che è moglie di un architetto nostro simpatizzante, rispondeva a entrambi requisiti, è la splendida ragazza che lei sa, e questo aiuta... è stato un colpo di fortuna». Insomma, un sottosegretario tanoniano: «Eh, eh... Mi consente una espressione maschilista?».

Prego, prego: «Daniela è una con le palle: vedrete, se qualcuno può risolvere il caso, quello è lei».

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