L’ex mercato, simbolo della città delle cose fatte a metà

L’ex mercato, simbolo della città delle cose fatte a metà

I grossisti, ma anche i clienti, ricordano bene quante volte è stata annunciata l’apertura del nuovo mercato ortofrutticolo di Bolzaneto. Persino le inaugurazioni hanno scandito il tempo dell’attesa prima che i padiglioni della nuova struttura diventassero davvero operativi qualche mese fa. Ora inizia un’altra epoca di annunci e promesse, relativa alla «bonifica», alla riqualificazione dell’area dell’ex mercato di corso Sardegna. Una volta svuotato, il casermone di cemento e vetrate rotte è rimasto così come l’hanno visto per l’ultima volta grossisti e camionisti, fruttivendoli e massaie. Solo che vuoto dà ancor più l’idea del rudere. E in poco tempo è riuscito a cambiare persino in peggio.
I rifiuti abbandonati all’esterno della struttura non vengono rimossi. All’interno vivono indisturbate intere colonie di topi, mentre i vecchi box destinati alla vendita si sono trasformati in mini-appartamenti per sbandati e senza tetto. I residenti della zona, tra cui anche il lettore che ci invia le fotografie riprodotte in basso per mostrare la situazione, ogni giorno fanno i conti con quello che «lasciano» sui marciapiedi gli occupanti del mercato.
Il Comune continua ad annunciare interventi di risanamento e giovedì all’ordine del giorno del consiglio c’è la proposta di «recupero» della struttura. Ma, tanto per capire la reale situazione dei tempi di «attesa», a Tursi si discuterà ancora della «procedura della conferenza dei servizi» per la «rettifica del perimetro rispetto all previsioni del puc». Varianti ai piani comunali, cui dovranno seguire i progetti, i finanziamenti, l’inizio lavori.

Una storia ancora molto lunga che dovrebbe indurre il Comune a predisporre almeno un piano immediato per impedire che la situazione degeneri sia dal punto di vista igienico-sanitario, sia dal punto di vista dell’ordine pubblico. Perché la «bomba» dell’ex mercato ortofrutticolo è in pieno centro, in mezzo alla abitazioni. Un intervento per tamponare l’emergenza, anche senza la necessità di fare tagli di nastri e inaugurazioni.

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