«A very special day». Una giornata davvero speciale, assicura il segretario generale del Bie Vicente Gonzales Loscertales in videocollegamento da Parigi. Al suo fianco l’ambasciatore italiano all’Unesco Maurizio Serra che gli ha appena consegnato l’elegantissimo Dossier di registrazione per l’Expo del 2015. Un documento che l’organismo internazionale esaminerà prima di sottoporlo all’assemblea generale di novembre che dovrà dare l’approvazione finale. E che è stato accompagnato dalla lettera di garanzia firmata dal premier Silvio Berlusconi a nome del governo. «È un lavoro eccellente - anticipa il su parere Loscertales -. Sono certo che l’assemblea lo approverà. Un piano straordinario. Visionario e molto ben adatto alla realtà della città, dell’Italia. Un progetto che introduce una nuova concezione di Expo, un modello lungimirante per il futuro». Anche per quanto riguarda l’italian style che caratterizzerà strutture, allestimenti e merchandising. Parole che sono come zucchero, dopo mesi di amarezze, per Stanca. «Oggi - commenta soddisfatto - per la società si apre una nuova fase, la fase di realizzazione dell’esposizione». I cui numeri sono tutti contenuti nelle 552 pagine, un’introduzione e 9 capitoli del voluminoso dossier. I visitatori saranno 20 milioni, con almeno 29 milioni di biglietti staccati, 157 partecipanti e 10 Regioni, organizzazioni internazionali a cominciare dall’Onu. Oltre 100 milioni di euro il contributo ai Paesi in via di sviluppo che altrimenti non potrebbero partecipare, mentre «migliaia - assicura Stanca - saranno gli eventi paralleli organizzati nell’area espositiva, nella città di Milano, in Lombardia e in tutta Italia». Saranno invece un miliardo e 746 milioni di euro gli investimenti in opere (sito espositivo, il grande parco, le vie d’acqua e le vie di terra, il villaggio per l’ospitalità). A dividerseli il ministero del Tesoro con il 48 per cento, il 37 per cento agli enti locali e il 15 per cento ai privati. A questi andranno aggiunti i 200 milioni per l’acquisto delle aree di Rho-Pero a carico della società a intero capitale pubblico a cui il governatore Roberto Formigoni chiede di affidare il progetto per la sistemazione successiva all’evento. Di certo c’è che il 56 per cento dell’area del sito sarà destinata a verde o a zone d’acqua e che il ritorno economico per Milano e la Lombardia potrebbe raggiungere i 60 miliardi di euro. «Pensiamo - assicura Stanca - di aver progettato un Expo del XXI secolo che guarda al futuro e non al passato: un Expo moderno che in ogni suo aspetto mette al centro il tema “Nutrire il pianeta energia per la vita”, non puntando su grandi architetture ma sulla monumentalità del paesaggio. Con il sito stesso disegnato per esprimere i contenuti. Ora Milano, la Lombardia e l’Italia, questa grande squadra, devono essere capaci di portare avanti il progetto».
Trattenuta a Roma da impegni istituzionali, il sindaco e commissario straordinario Letizia Moratti ringrazia il governo per la lettera di garanzia firmata da Berlusconi. «L’Expo - assicura - contribuirà allo sviluppo economico di Milano e del Paese e creerà nuovi posti di lavoro. Una straordinaria opportunità per la città che valorizzerà le eccellenze locali e nazionali, il made in Italy, il turismo, il patrimonio culturale, la ricerca scientifica, il volontariato, la filiera dell’agro-industria e l’intero sistema economico».
Il cda di Expo ha ieri dato mandato a Stanca per trattare l’acquisto del marchio dal Comitato di pianificazione Expo 2015, ha preso atto della «decisione dei soci di procedere all’acquisto delle aree». Mentre l’assemblea dei soci ha nominato il professor Carlo Secchi consigliere di amministrazione.
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