L’Fmi Il sisma frenerà il Pil giapponese, ma la ripresa mondiale non si fermerà

«C’è una grandissima incertezza sul Giappone, nessuno sa veramente quando sarà risolta la situazione a livello di forniture elettriche: l’impatto sul Pil si farà sentire nel secondo trimestre e anche nel terzo, per un effetto di trascinamento».
Lo ha detto la portavoce dell’Fmi (fondo monetario internazionale) commentando le tragedie che hanno colpito in questi giorni il paese del Sol levante. Per quanto riguarda il primo trimestre, «eravamo quasi alla fine - ha spiegato l’Fmi - e il periodo era iniziato con una crescita molto sostenuta, difficile ora dire quale sarà l’effetto della catastrofe». L’incertezza è ancora più forte, secondo l’Fmi, in quanto il paese è stato colpito da tre eventi in contemporanea - terremoto, tsunami e incidente nucleare. «Bisogna anche dire che in passato - dice l’Fmi - abbiamo visto episodi di ripresa molto veloce dopo questo genere di disastri, tutto dipende dalla velocità della ricostruzione». In generale, quindi, «bisogna bilanciare gli effetti positivi di lungo termine dati dalla ricostruzione con quelli negativi di breve termine». In ogni caso, il Giappone non ha richiesto alcun tipo di assistenza finanziaria al fondo che resta al fianco di Tokyo con un’opera di analisi, assistenza e consulenza come per altri paesi. «Al momento - ha spiegato l’Fmi - la priorità più urgente è concentrarsi sui problemi della popolazione, risolvere le necessità umanitarie e ricostruire le infrastrutture che sono necessarie al paese e alla crescita futura del Giappone, e questo è quello che sta facendo il governo giapponese».
Nel valutare l’impatto economico del sisma nipponico, il Fondo monetario internazionale ha preso in considerazione uno scenario principale simile a quello del terremoto di Kobe del 1995, in cui il Giappone «riuscì in tempi relativamente brevi a superare lo choc». Al momento lo scenario economico principale non prevede un significativo impatto sulla crescita globale e prefigura un impatto sulla crescita giapponese per due o tre trimestri.

«Le conseguenze - ha aggiunto l’Fmi - sono valutate per ciascun trimestre in uno o due punti percentuali sulla crescita annua: considerando che il Giappone equivale a circa il 7% del Pil mondiale, l’impatto sulla crescita globale è più che sopportabile».

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