La proposta del ministro Paolo Ferrero di aumentare lIci sugli alloggi sfitti è più curiosa che assurda. In tempi di canoni in calo, di prezzi delle case in diminuzione, con le sole imposte che aumentano, i proprietari terrebbero le case sfitte, evidentemente, per far dispetto ai potenziali inquilini. Ferrero non è neppure sfiorato dal dubbio che gli immobili rimangano sfitti perché non ci sono inquilini disposti anche solo a pagare un canone che copra le tasse e le spese.
Davanti a questa ignoranza della realtà, cè davvero da restare allibiti. Larretratezza della classe politica, che vede i problemi del momento solo nellottica della lotta di classe, fa paura. Ferrero è tanto obnubilato da questa sua visione del mondo, che neppure ha voglia e tempo di informarsi: saprebbe, così, che lIci per gli sfitti può ora essere fissata dai Comuni al 9 per mille, e che la proposta di portarla al 10 per mille è stata giudicata espropriativa da esponenti della coalizione stessa che regge il governo del quale anche Ferrero, fino a prova contraria e anche se non sembra, fa parte.
Il ministero della (cosiddetta) Solidarietà sociale potrebbe poi anche allargare ad altro le proprie conoscenze. E farsi così spiegare (teniamo i dati a disposizione) che i canoni, pur così alti, vengono per il 50/60% - a seconda del livello dellIci comunale, e quindi a seconda delle varie zone - riversati dai locatori in fiscalità erariale e locale. È qua il bubbone. Stato e Comuni sono altrettanti contraenti di ogni locazione, oltre al proprietario e allinquilino: ed è a loro che bisogna rivolgersi - se si è onesti - quando si parla di canoni insostenibili.
*Presidente Confedilizia
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