L’idea A lezione di «itagliano» dagli immigrati-scrittori

«Un progetto importante, in cui crediamo perché l’Italia è cambiata, i nostri cittadini vengono da tutto il mondo e quindi siamo tenuti a raccontare questa realtà per quello che è». Così Cecilia D’Elia, assessore alle Politiche Culturali della provincia di Roma presenta «Itagliani, il primo ciclo di «seminari creoli», pensati e coordinati da Armando Gnisci, della Sapienza. Con «Itagliani», la letteratura diventa specchio della società che cambia e strumento di rappresentazione della realtà. Per definire questo ciclo di incontri è stato usato il termine «creolo» «proprio perché -sottolinea D’Elia- richiama l’idea di scambio e di contaminazione». Gli «Itagliani» sono persone non nate in Italia che però decidono di scrivere utilizzando la lingua italiana, quindi, sono una nuova generazione di scrittori che è anche un po’ il simbolo del fatto che questo Paese, dopo 20 anni di immigrazione massiccia, è cambiato. «In questo paese - conferma lo scrittore Amara Lakhous - si parla di immigrazione soltanto come di un problema di ordine pubblico. Conq uesta iniziativa, invece, parliamo anche della cultura perché l’immigrazione è anche cultura. Oggi ci sono scrittori di varie provenienze che scrivono in italiano e cercano di raccontare questa Italia che cambia».

«Quindi - conclude - questo seminario è un’occasione per cercare di capire anche le varie prospettive». Gli incontri si terranno alle 17.30, nei mesi di marzo e aprile, i martedì pomeriggio a Palazzo Valentini, per il pubblico, e i mercoledì mattina all’università «La Sapienza», per gli studenti.

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