L’Idv: «Cacciate a calci gli indagati» Minzolini: «Ridicolo, vado avanti»

Roma«Andrebbero cacciati a pedate nel sedere!». Antonio Di Pietro si riferisce al direttore del Tg1, Augusto Minzolini e al consigliere dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi. Ma, innanzitutto, a Silvio Berlusconi: «Adesso è il momento di liberarci del nostro dittatorello nostrano, prima che sia troppo tardi».
Mentre Pierluigi Bersani non commenta, il leader dell’Idv è il più deciso a cavalcare la bomba lanciata da Il Fatto, con la notizia che i tre sarebbero coinvolti in un’inchiesta della Procura di Trani, per intercettazioni in cui il premier farebbe pressioni per «chiudere» la trasmissione Annozero di Michele Santoro e per intervenire su altre che lo attaccano, come quella di Serena Dandini.
L’Idv presenta un’interrogazione urgente alla Camera, invitando il premier «a riferire in Parlamento sul contenuto delle intercettazioni». Per Di Pietro, Minzolini e Innocenzi devono dimettersi, perché «asserviti ai diktat di Berlusconi». Lo che chiedono anche dal Pd, la presidente Rosy Bindi e Sandra Zampa. Di Pietro si aspetta nuove rivelazioni giornalistiche e il direttore de Il Fatto, Antonio Padellaro, conferma che un articolo ci sarà, ma senza intercettazioni. «Nessuno ci ha smentito», sottolinea.
Ai legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, comunque «non risulta» che Berlusconi sia indagato a Trani. «Quale sarebbe poi il reato contestato?», chiede Longo, dopo aver notato che chiudere Annozero «sarebbe encomiabile, visto che è di una noia insopportabile, come le telenovelas».
Minzolini spiega di non aver ricevuto «nessun avviso di garanzia», ma di essere stato ascoltato come persona informata dei fatti in un’inchiesta sulle carte di credito «revolving». «Tutto questo - sbotta il direttore del Tg1 - è demenziale, insulso, una storia ridicola. È un’intimidazione, ma non funziona assolutamente: di fronte a una cosa del genere io vado ancora più dritto. Non capisco neanche di quale tipo di reato si possa parlare. Poi io con Santoro non c’entro nulla». E Minzolini aggiunge: «Io parlo con tutti: Berlusconi, Casini, chiunque. Faccio il giornalista».
Il leader Udc replica subito, ironico: «Con Minzolini parlo spesso e volentieri, anzi spero che pubblichino tutte le intercettazioni».
Quanto ad Innocenzi, che tre mesi fa sarebbe stato ascoltato a Trani come teste con Minzolini, contesta «in maniera assoluta tutte le illazioni» de Il Fatto e preannuncia denunce e querele.
Al presidente dell’Autorità per le comunicazioni, Corrado Calabrò, l’Idv chiede di intervenire contro Innocenzi, ma lui difende «indipendenza e autonomia di giudizio» dell’Agcom, che «non esercita censure preventive».
Innocenzi sottolinea anche «l’illiceità della pubblicazione» delle intercettazioni che lo riguardano. E su questo battono molto esponenti del Pdl, come Paolo Bonaiuti e Gaetano Quagliariello. Per la maggioranza è la solita «giustizia ad orologeria».
Potrebbe intervenire il ministro della Giustizia Angelino Alfano, inviando in Procura gli ispettori, ma è scettico. «Il problema vero - dice - è che la casistica giudiziaria ignora indagini e condanne che abbiano avuto buon esito per la cosiddetta fuga di notizie».
Sulla Rai, intanto, si abbatte l’ennesima bufera. Per Santoro, «sarebbe clamoroso, se fosse confermato, un intervento diretto del presidente del Consiglio per chiudere certi programmi» e l’Agcom, che «dovrebbe garantire il corretto svolgimento dell’informazione in Italia», fa invece un «lavoro sporco» ed è lottizzata. «È giusto - dice - che ora che il letamaio viene fuori ci sia una reazione indignata».
Sergio Zavoli, presidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, chiede al direttore generale di fare accertamenti sul caso, riservandosi di dare un seguito alle vicenda. Anche il consiglio di amministrazione Rai dovrebbe occuparsi del caso, lunedì nella seduta straordinaria, secondo uno dei componenti, Nino Rizzo Nervo. E il sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, chiede la testa di Minzolini, che sarebbe «incompatibile con il servizio pubblico».
Il Pdl difende il direttore del Tg1 e gli esprime solidarietà, come fa il sottosegretario alla Giustizia Maria Elisabetta Alberti Casellati.

All’Idv che parla di «regime di tipo fascista», Fabrizio Cicchitto risponde che questa è una nuova fase della «strategia eversiva» del partito. «Siamo in campagna elettorale - spiega il ministro Maurizio Sacconi - e si incrementa l’attività giudiziaria».

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