Sport

L’imbattibile Zenyatta vince 19 corse su 19 e conquista l'America

L’ippica di casa nostra risponde con una task force all’ennesimo schiaffo in faccia. Questa la sintesi di quanto successo nella settimana appena trascorsa. Il Consiglio di Stato ha rinviato al 14 ottobre il parere sulla nomina quale nuovo Comissario Straordinario Unire del magistrato Claudio Zucchelli, divenuto nel frattempo presidente di sezione del Consiglio di Stato. L'indignazione degli ippici per l'ennesimo rinvio di una nomina urgentissima per tentare il rilancio del settore è sfociata in una specie di task force: una dozzina di personaggi uniti nel difendere gli interessi generali del settore e cercare di smuovere chi deve prendere delle decisioni e invece nicchia colpevolmente.
Ma passiamo ai fatti ben più divertenti della pista. Da oltreoceano è rimbalzata come un lampo la notizia che la stratosferica 6 anni Zenyatta, cavalla entrata nel cuore degli americani, ha vinto ad Hollywood Park da imbattuta la corsa numero 19 in carriera e già si prepara per la corsa dell'addio che sarà il Classic della Breeders’Cup, programmato quest'anno a Churchill Downs nel Kentucky. Obiettivo vincere 20 corse su 20 che sarebbe il record mondiale. Zenyatta, intanto, è diventata anche la più ricca femmina d' America con 6.404.580 dollari di somme vinte. Non c'è male per una campionessa dal modello gigantesco che parte come una lumaca ma finisce le sue esibizioni come un proiettile di cannone.
Domenica all'ippodromo parigino di Longchamp si è disputato il Prix de l'Arc de Triomphe, una sorta di campionato del mondo del galoppo. Si è imposto con la grinta e la classe del campione vero l'inglese Workforce, capace di mantenere sul traguardo una testa di vantaggio dopo una lotta entusiasmante nei confronti dell' outsider giapponese Nakayama Festa. Quarta vittoria nell'«Arc» per il proprietario Khalid Abdullah.

Prima per Sir Michael Stoute, allenatore «storico» in Gran Bretagna e prima anche per Ryan Moore, 27 anni, ormai considerato dai più il miglior fantino del pianeta.

Commenti