da Milano
Nel trentennio che lo ha visto alla guida del gruppo, Leopoldo Pirelli ha puntato sull'internazionalizzazione e sullo sviluppo tecnologico. La Pirelli aveva già i mercati esteri nella sua stessa identità. Una vocazione che derivava dallo stesso fondatore, Giovan Battista, il nonno di Leopoldo, che dopo la laurea in inegneria al Politecnico di Milano (lui, secondogenito di un fornaio di Varenna), vinse una borsa di studio per un viaggio di esperienze in Europa: vi partì con un'idea precisa, imparare a produrre articoli in gomma. Nel 1872, a Milano, al numero 21 dell'attuale via Fabio Filzi, nell'area che oggi corrisponde al «Pirellone», fu creata la prima fabbrica. Solo una dozzina di anni dopo veniva posato un cavo sottomarino per collegare l'Italia con le proprie stazioni militari nel Mar Rosso.
Da una periferia industriale qual era via Filzi prima della costruzione della stazione centrale, e poi, dal 1909, dai nuovi stabilimenti della Bicocca, la Pirelli seppe espandersi in molti Paesi, soprattutto in Spagna, Argentina, Brasile. Ma fu proprio Leopoldo, nel Dopoguerra, complice il momento d'oro dell'industria italiana, a dare una forte accelerazione a questo processo, facendo della sua società la multinazionale italiana più articolata nel mondo: furono avviate e consolidate consociate in Canada, in Messico, in Grecia, in Turchia, in Perù, in Australia, in Costa d'Avorio, in Germania, in Francia e negli Stati Uniti, furono stretti anche rapporti con l'allora Unione Sovietica, alla quale furono venduti materiali e impianti per la produzione di pneumatici.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.