L’impianto di Peschiera è realtà Milano depura tutte le sue acque

Entra in funzione a pieno regime con 4 mesi d’anticipo

«Dopo la Milano di mani pulite, ecco la Milano dell’acqua pulita». Battuta e sorriso. Gabriele Albertini di ottimo umore davanti all’impianto di Peschiera Borromeo appena inaugurato, mille litri al secondo di acqua depurata. Costi rispettati al centesimo, due anni di cantiere e un’opera consegnata da Cap Gestione Spa con addirittura quattro mesi di anticipo. Ci sono anche il sindaco di Peschiera Francesco Tabacchi, i sub commissari Giuseppe Albanese e l’assessore all’ambiente Domenico Zampaglione. E il presidente di Cap Gestione Massimo Gatti che sottolinea i lavori chiusi in anticipo e il rispetto dei costi («non poco e non scontato, una buona notizia tra gli esempi desolanti di spreco e dispendio»).
È l’ultimo tassello della fatica di Albertini Commissario straordinario che ora, finalmente, può annunciare che Milano depura il cento per cento delle sue acque. Nosedo, Milano San Rocco e appunto Peschiera, tre giganti che trattano gli scarichi di 2 milioni e 550mila abitanti. Un’operazione da 300 milioni di euro. «Oggi Milano - le parole del sindaco -, la capitale morale, la città del lavoro, raccoglie il frutto della sua civiltà e del suo amore per il progresso. Oggi siamo davanti all’Europa con le carte in regola. E le acque pulite. Un modello di buona amministrazione che sarà ricordato». Inevitabile il pensiero alla multa da 150mila euro al giorno (300 milioni di lire) comminata dall’Unione europea all’unica capitale europea che non depurava le acque. E la bordata agli allora ministri del centrosinistra Edo Ronchi ed Enzo Bianco. «Piuttosto che dare a noi i poteri da commissario - attacca - i ministri dell’Ambiente e degli Interni di allora preferirono conferirli al prefetto, facendoci perdere altro tempo prezioso. Ricordo che la spiegazione che mi fu data allora fu che io, in quanto eletto dal popolo, sarei stato troppo sensibile ai centri di potere. Risposi al ministro dell’Ambiente che questa spiegazione poteva valere per altri come lui, ma non per me perché essere eletto dai cittadini significa nel mio caso obbedire solo a valori di trasparenza e di rigore». E poi Albertini ricorda come il primo progetto di massima risalga addirittura al 1969, la prima delibera al 1972. «Ma per l’apertura dei cantieri i milanesi hanno dovuto attendere la primavera del 2001, una situazione sbloccata dopo trent’anni di stagnazione».
In funzione dal 31 marzo, 24 mesi di cantiere diretto dall’ingegner Norberto Minotta a cui hanno lavorato 150 persone («e nessun incidente», sottolineano con orgoglio i responsabili), la seconda linea del depuratore di Peschiera è costata 22 milioni 500mila euro, più 8 milioni per la costruzione dei 4 chilometri del collettore fognario che da Milano porta fin lì le acque reflue e il sifone del sottopasso del Lambro. Occupa 200mila metri quadri e servirà 250mila persone nel bacino orientale della città con una portata media giornaliera di 96mila metri cubi e 14mila chili di inquinamento organico sottratto quotidianamente alle acque. In più recupero energetico e alla fine del ciclo un acquario con carpe e storioni che nuotano nell’acqua ripulita.
«Ripercorrendo i quattro anni di impegno e i risultati conseguiti - commenta Zampaglione -, mi permetto di affermare che possiamo dichiarare conclusa una vicenda che aveva visto Milano in stallo per trent’anni e che oggi è da considerare fondamentale tappa di un processo dinamico per la tutela del territorio e dell’ambiente in cui viviamo». E a questo proposito ricorda gli interventi per ridurre l’impatto ambientale degli impianti («tecnologicamente avanzati, ma anche belli»). Solo a Peschiera 65mila metri di verde, 9mila piante e arbusti piantumati e una pista ciclopedonabile.
E, forse proprio per questo, Albertini lancia un’idea.

«Ricordate? Da bambini, a scuola, ci portavano a visitare il Museo della Scienza e della Tecnica, la Centrale del latte. E già allora eravamo orgogliosi della nostra città. Non vedo perché oggi non si possa fare altrettanto con le grandi realizzazioni della Milano del Duemila».

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