L’impiegata si trasforma al motel con il cameriere

Cosavogliodipiù è «una storia faticosa», per Alba Rohrwacher, qui Anna, convivente di Alessio (Giuseppe Battiston, attore «feticcio» del regista Silvio Soldini) nella Milano contemporanea, tra palazzoni di cemento e centri commerciali anonimi. Nel modesto tran-tran dell’impiegata, irrompe però un cameriere (Pierfrancesco Favino), col quale nasce un’attrazione fisica immediata. I due consumano nei motel di periferia la propria passione, in una spirale di disillusioni e false speranze (come quando vanno in Tunisia per il weekend, in barba ai rispettivi partner fissi). Prodotto da Lionello Cerri, con la svizzera Rsi; distribuito dalla Warner, Cosavogliodipiù «racconta dal dentro, dal basso, la realtà di questo momento storico», spiega Soldini, che segue i suoi personaggi «nella verità di ogni attimo». Riguardo alle «scene incriminate» (così il regista), quelle cioè di puro sesso tra gli amanti clandestini, Soldini dice: «Era venuto il momento. Avevo in mente Intimacy e Matrimonio tardivo, in cui la sessualità è trattata in maniera diretta, quasi cruda, ma mai con sguardo voyeuristico». E se il regista di Brucio nel vento e Pane e tulipani si affanna a chiarire quanto il suo sia un film che narra l’hinterland milanese e il rapporto tra centro e periferia, di fatto sono le inquadrature hot a fare da traino a quest’ennesima commedia minimalista due camere e cucina (più motel).

A parte l’inedita fisicità della Rohrwacher, in scollati miniabiti color pastello che rendono la sua camminata più femminile, emerge la simpatia di Giuseppe Battiston, qui partner tradito e sovrappeso. Sempre intento a riparare oggetti vintage, il suo Alessio legge, o guarda la tivù. Mai la convivente.

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