L’imprenditore scagiona i Ds: «Quel conto? Chiacchiere da bar»

«Il presidente mi chiese conferma del fatto se nei dossier, come da ricostruzione che stavo svolgendo assieme ai legali del gruppo, vi fossero indagini riguardanti politici; risposi che mi ricordavo l’operazione Oak Fund, nelle cui conclusioni si attribuiva il fondo al partito Ds». È il 31 maggio scorso. Giuliano Tavaroli, davanti ai pm, mette a verbale. Una ricostruzione liquidata dall’ex presidente di Telecom, Marco Tronchetti Provera, come una «chiacchiera da bar».
Questa è la sua ricostruzione. «Sì, lo disse esplicitamente, Oak Fund in riferimento al partito politico – spiega Tronchetti –, però disse che lui aveva la possibilità di accesso, non mi disse che aveva della documentazione, come al solito, cioè lui ogni tanto entrava nel mio ufficio, faceva dei discorsi come dire “Io tutelo l’azienda”, e io dico “Guardi, sono le chiacchiere da bar di Roma”, succedeva una volta ogni 4/5 mesi che si piazzava nella mia segreteria, poi entrava, stava pochissimi minuti dicendo “Certi ambienti sono contro”, insomma cose di questo genere, dico “Guardi, lasci perdere”, ma erano cose rapidissime, proprio flash senza mai un seguito, senza un foglio di carta, senza niente».
Stessa versione, quella dell’ex amministratore delegato di Telecom, Carlo Buora.

Oak fund? «Il signor Tavaroli può dire quello che vuole», ma «quale interesse avrebbe avuto l’azienda a sapere la composizione dell’azionariato Bell» o «sapere chi c’era dietro all’Oak fund? Abbia pazienza, se ci troviamo al bar sport possiamo parlare di queste cose».

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