L’incanto ipnotico della poesia inglese

Pier Francesco Borgia

Non capita spesso di sedersi su una poltrona di una sala teatrale romana e sentirsi improvvisamente cittadini del mondo, avanguardia di un pubblico finalmente sprovincializzato. Accade in questi giorni (fino a domenica) alla Sala Umberto, dove la coppia formata dall’attrice Fiona Shaw e la regista Deborah Warner propongono, per il ricco cartellone del Romaeuropa Festival, uno spettacolo originale quanto semplice. Già il titolo la dice lunga (Readings). È un titolo, però, che può trarre in inganno. La Shaw (tra le più apprezzate protagoniste della scena teatrale britannica) propone una serie di brani estrapolati dalla corposa letteratura in lingua inglese. Non si tratta però di «cavalli di battaglia», di pezzi da «mattatore», buoni per calibrare la voce e le pose da prim’attore. La sottile trama che unisce il Gabbiano di Anton Checov al Giulio Cesare di Shakespeare, la struggente e complessa lirica della Dickinson all’algida perfezione poetica della Fedra di Racine (un brano della quale arriva alle orecchie del pubblico direttamente dalla voce di Sarah Bernhardt) è il teatro stesso. È la possibilità che la parola letteraria ha di espandersi, germinare, moltiplicarsi, tra plurisensi evocati e forti suggestioni fonetiche. Il tutto condito dall’affascinante dizione della Shaw che dà vita a una lettura davvero coinvolgente. Quello proposto dalla coppia Shaw-Warner finisce per essere, così, un teatro della parola che offre con pochi elementi scenici nuova linfa alle intramontabili pagine poetiche di Yeats, Eliot e Beckett. Tra le operazioni più riuscite quella che fonde brani di Shakespeare e Ted Hughes per riproporre il mito di Eco e Narciso di ovidiana memoria. Unico neo, nella serata del debutto, un piccolo incidente che - per oltre metà dello spettacolo - ha impedito al pubblico di usufruire del servizio dei sottotitoli in italiano.

Certamente un incidente deplorevole, visto che ci siamo sì sprovincializzati molto da assistere a questo spettacolo, ma non siamo ancora al punto di rinunciare - in simili circostanze - ad un piccolo «aiutino». Gli organizzatori hanno subito provveduto, garantendo che per le prossime repliche un simile incidente non si replicherà.

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