da Roma
Di certo, per ora cè il giorno (l11 aprile) e il luogo (piazza del Popolo a Roma).
Per il resto, attorno alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale di Walter Veltroni è ancora «work in progress», come spiega il regista della comunicazione Pd Ermete Realacci, che sta lavorando al «format» della manifestazione e ai collegamenti via tv con le principali piazze italiane che la caratterizzeranno. Con unincognita che negli ultimi giorni ha cominciato ad agitare la vigilia degli uomini del loft: che farà Romano Prodi?
Già, lombra del premier aleggia come quella di Banquo sul gran finale della campagna veltroniana. Finora Prodi è stato in disparte, assistendo con una certa amarezza, dal bunker ormai semideserto di Palazzo Chigi, al tentativo di «oscuramento» del suo governo, agli sforzi per far dimenticare la stagione della sua Unione. Pubblicamente, Prodi non ha detto una parola. Ma con gli amici e i collaboratori non ha nascosto la propria amarezza per la grande rimozione (peraltro descritta con dovizia di particolari sulla stampa) che sta subendo. E per il mancato coinvolgimento in qualsiasi iniziativa di tipo elettorale del «suo» Pd, del quale - dopotutto - «sono il presidente».
Alla fine, a quanto pare, ha deciso che era troppo, subire fino in fondo questo «sbianchettamento» della propria immagine. E ha fatto trapelare di avere in serbo «una sorpresa»: materializzarsi, a fianco di Walter, sul palcoscenico. Un po come fece la notte delle primarie, quando piombò a Piazza Santi Apostoli da Bologna per festeggiare la grande vittoria di colui che gli stava sfilando la leadership, e gli si affiancò con un sorriso smagliante durante tutta la diretta televisiva.
Veltroni incassò con eleganza allora, e difficilmente potrebbe fare diversamente oggi: quando è circolata lipotesi che Prodi volesse partecipare alla chiusura della campagna elettorale nella «sua» Bologna, il 9 aprile prossimo, al loft hanno allargato le braccia: «Non si può certo dirgli di no». Tanto più che il premier faceva sapere di essere pronto a ritornare in anticipo dalla sua missione in Egitto per esserci.
Solo che ieri è spuntata unaltra ipotesi, da Palazzo Chigi: quella di essere proprio sul palco del gran finale, a Roma, a due giorni dal voto. E qui si fa più dura: per Veltroni, chiudere una campagna elettorale tutta nel segno della soluzione di continuità e della «nuova stagione» a fianco del principale simbolo della «vecchia» sarebbe il sigillo peggiore.
Nellentourage del premier ancora non sciolgono la riserva: «Prodi sta ancora decidendo: non sa se andare a Bologna, come preferirebbe per motivi sentimentali, o a Roma che è la chiusura nazionale e che è sempre stata una delle ipotesi più naturali», dice il portavoce Silvio Sircana. In ogni caso, spiega, «dobbiamo ancora discuterne con Walter».
Non sarà una discussione facile, questo è certo. «Per carità, se Prodi vuole esserci non sarebbe certo un fatto negativo. E daltra parte Veltroni non ha mai fatto una campagna ostile contro il governo, anzi lo ha sempre difeso», mettono le mani avanti dal loft. Però, tengono a sottolineare, «piazza del Popolo sarà la chiusura della sua campagna elettorale».
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