L’INDUSTRIA DELLE URNE

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Il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi ha esortato a governare come se non ci fossero le elezioni. Evidentemente si riferiva alle riforme urgenti da fare anche a costo che esse siano magari impopolari e che, quindi, mettano a dura prova anche il consenso degli elettori.
Potremmo dire lo stesso al presidente della Confindustria, avvocato Luca Cordero di Montezemolo, e cioè esortarlo a presiedere come se non ci fossero le elezioni.
Perché lo diciamo? Perché avant’ieri ha fatto un discorso alto, anche troppo alto, e poi, quando si è trattato di passare dalla prognosi alla diagnosi, il presidente si è portato ad una quota molto più bassa di quella dalla quale aveva duramente attaccato chi ci governa.
Ci ha parlato della necessità del Paese di fare più ricerca e sviluppo. Stavamo in pensiero che non ce lo ricordasse.
Ha proseguito ricordandoci che occorre passare dalle imprese familiari alle grandi imprese. Il nostro Paese ha bisogno, secondo l’avvocato Montezemolo, di grandi imprese. Per quanto ci risulta il governo sta pensando a provvedimenti che favoriscano la fusione di piccole imprese verso la creazione di medie imprese. Per quanto riguarda quelle grandi Montezemolo ne sa più del governo e quindi può, se ha tempo e se vuole, indicare le strade per fare ciò che si è augurato. Salvo, poi, parlarne eventualmente con i responsabili dell’Antitrust. Ma per questo ci sarà tempo e modo.
Dal punto di vista fiscale ci ha ricordato che una formula potrebbe essere il passaggio dalle imposte dirette a quelle indirette. Spostare cioè il carico fiscale sui consumi, sostanzialmente. Ora su questo vorremmo far notare che, mentre possiamo discutere sulla validità o no della riduzione dell’Irpef, certamente ci risulta un po’ difficile vedere come un aggravio delle imposte indirette non potrebbe non riflettersi sui prezzi e poi, alla fine, sui consumatori. I consumatori non sono una piccola cipolla alla quale togliere man mano uno strato di reddito, una cipolletta. Perché, se siamo convinti che l’alleggerimento importante è quello del costo del lavoro, siamo altrettanto convinti che una frustata ai consumi certamente male non fa e l’aggravio delle imposte indirette non sappiamo quanto potrebbe aiutare.
A parte queste proposte riteniamo che in questa fase difficile il presidente di Confindustria potrebbe giocare un ruolo decisivo. Il ministro Scajola, che si occupa delle attività produttive, intervenendo all’assemblea della Confindustria si è reso disponibile a stabilire una specie di ruolino di marcia, per cosa e quanto è possibile fare in questa fine legislatura, per aiutare questa difficile fase dell’economia. Naturalmente il presidente Montezemolo non è tenuto a rispondere positivamente a questa proposta. Può, ovviamente, e legittimamente, rifiutarla. Non ritenere che sia una proposta percorribile, non fidarsi, non considerarla una priorità della sua azione. Tutto legittimo. Altrettanto legittimo pensare, da parte nostra che, a questo punto, il presidente sceglie di giocare un ruolo politico, non nel senso della rappresentanza degli interessi dei suoi associati, ma un ruolo politico vero e proprio derivante, o discendente, dalla decisione che questa parte politica non è quella che può fare gli interessi del Paese ma che ce ne vuole un’altra.
Ovviamente di tutto questo l’avvocato Montezemolo risponderà ai suoi associati e con loro troverà un accordo. Del resto non deve rispondere che a loro.

Noi vogliamo segnalare ai nostri lettori che sia verosimile questa lettura dei fatti. Lo facciamo per motivi di carattere informativo. Si tratta di opinioni, ovviamente non di fatti, perché di che fatti si tratti lo sa Montezemolo e quelli a cui lui si è pregiato di comunicarlo.

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