da Milano
Il buon risultato di agosto non ha avuto seguito. In settembre, la produzione industriale ha invece tirato il freno, cogliendo di sorpresa gli analisti, secondo i quali il picco della ripresa potrebbe essere ormai alle spalle. Con probabili ripercussioni negative sullandamento del Pil italiano nel terzo trimestre.
I dati diffusi ieri dallIstat hanno svelato una doppia, brutta sorpresa, con la revisione al ribasso dellandamento di agosto (più 0,9% su mese dal più 1,2% della lettura preliminare e più 3,1% su anno da più 3,5% e con la contrazione subita dallattività industriale in settembre, mese in cui si è registrato un calo dell1% mensile destagionalizzato, il più robusto degli ultimi 12 mesi. Anche la media danno, pur positiva (più 1,3%), è nettamente inferiore allo sviluppo pari al 3,7% previsto dagli analisti. In ogni caso, il trend di fondo rimane buono, con un incremento dello 0,6% trimestrale che supera lo 0,1% del periodo aprile-giugno. Settembre ha inoltre confermato lottimo stato di salute del settore auto, con la produzione aumentata del 25,5% rispetto allo stesso mese del 2005.
«Il dato della produzione industriale di settembre - afferma Lucia Lorenzoni, analista di Mps finance - è deludente, tuttavia sconta la crescita sostenuta di agosto, anche se l'Istat l'ha limata al ribasso. A preoccupare sono soprattutto le brutte performance del tessile e abbigliamento, che soffre della concorrenza dei Paesi emergenti». «Sono sorpreso in negativo - aggiunge Attilio Pasetto, economista di Capitalia -, questi dati confermano che il secondo semestre sarà più debole del primo». Più ottimista Ilaria Spinelli di Banca Fideuram, secondo la quale le flessioni «potrebbero essere temporanee, non una condizione di indebolimento. La fiducia delle imprese resta buona, segno che gli ordini e la produzione industriale dovrebbero crescere ancora».
Gli economisti si mostrano ora prudenti sul Pil nel terzo trimestre, il cui andamento sarà reso noto dallistituto di statistica mercoledì prossimo. Limpatto indotto dal calo della produzione potrebbe essere nellordine di 0,1-0,2 punti percentuali.
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