L’industria tessile va in Fiera per dare uno strappo alla crisi

Orgoglio del made in Italy, l’industria tessile scommette sul 2010 per la ripresa: e la prima concreta verifica è rappresentata da Milano Unica, la fiera più importante del settore (quasi 9 miliardi di euro il fatturato 2008) che si apre oggi - durerà fino a venerdì - nei padiglioni milanesi del Portello.
«Siamo cautamente ottimisti - afferma Pier Luigi Loro Piana, presidente di Milano Unica oltre che di Ideabiella, dedicata ai tessuti maschili d’alta gamma - e speriamo che la brutta fotografia del 2009, soprattutto il secondo semestre, si trasformi in uno spiacevole ricordo. I prodotti che vedremo in Fiera in questi giorni saranno nei negozi a partire dalla seconda metà del 2010, quando il commercio al dettaglio avrà finalmente iniziato la ripresa. E potrà contare su una produzione di tessuti veramente eccezionale: non esito a dire che questa edizione di Milano Unica sarà la migliore di sempre, perché alle difficoltà di quest’anno le aziende hanno reagito in maniera molto dinamica. Però al giro di boa dobbiamo arrivarci in piedi e questo non dipende solo dalla nostra volontà e capacità. Il governo ha fatto molto con gli ammortizzatori sociali, ma serve fare di più».
Che cosa chiede il settore alle istituzioni? «Il sistema finanziario deve accompagnare le aziende fino alla fine della crisi - continua Loro Piana - e non basarsi solo su questo terribile 2009. Vorrei poi spezzare una lancia in difesa delle fiere, vero strumento di internazionalizzazione: ed è per questo che Milano Unica, la passerella dove emerge la leadership mondiale del tessile italiano, ha bisogno di risorse finanziarie che consentano di pianificare almeno su base triennale. Il governo inoltre deve continuare a rappresentarci a livello europeo come sta già facendo, difendendo la produzione di qualità e l’etichetta made in Italy».
E proprio l’etichettatura è uno dei punti chiave della proposta di legge trasversale - a firma di Marco Reguzzoni (Lega), Santo Versace (Pdl) e Massimo Calearo (Pd) - per rilanciare il settore tessile, presentata oggi durante la cerimonia inaugurale.
Ma ad accendere i riflettori sulla difficile situazione del comparto e sulle risposte che il governo ha dato e continua a dare per uscire dal tunnel della crisi è soprattutto la presenza in Fiera del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Un segnale forte - afferma Beppe Pisani, presidente di Ideacomo, ovvero il regno della seta - perché lui sa che questo settore è la quintessenza del made in Italy, basato com’è sui distretti, quindi piccole aziende e artigiani: una tradizione insostituibile che rischia però di andare perduta, perché proprio le piccole dimensioni delle imprese rendono difficili il ricorso al credito e gli investimenti. Le proposte del ministro Tremonti sulla moratoria dei prestiti sono utilissime, ma a noi piccoli serve un vero e proprio “salvadanaio” per aiutarci a ripartire».

Ma Pisani chiede collaborazione anche agli stilisti, che alle sete di Como affidano tante loro creazioni - «Dobbiamo lavorare insieme, non tirateci il collo sui prezzi e magari venite in Fiera con noi» - e ai clienti finali: «Spesso si è attenti ai problemi ecologici, ma quando si comprano i vestiti non ci si pensa: certi “convenienti” tessuti cinesi sono pericolosi sia per l’ambiente che per la salute di chi li indossa. Non così il made in Italy: ed ecco perché l’etichetta è così importante».

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