L’infarto si previene eliminando i fattori di rischio

La scelta della terapia con miglior rapporto, costo - beneficio, è quanto mai attuale, per ragioni di salute pubblica e per considerazioni di tipo farmacoeconomiche, soprattutto in regioni ad elevata spesa sanitaria, dove il risparmio può essere indotto da oculate scelte terapeutiche. Un dibattito su questo tema, organizzato dall'Università Federico II, si è svolto a Napoli sotto la presidenza del professor Bruno Trimarco, vicepresidente della Società italiana della ipertensione arteriosa.
Tra i relatori il dottor Lorenzo Mantovani (ricercatore e responsabile del Centro Interdipartimentale di ricerca in farmacoeconomia presso la Facoltà di Farmacia dell'università Federico II e vice presidente della Società Italiana di Risk Management). L'incontro è stato moderato dal professor Francesco Rossi (rettore della seconda università di Napoli e direttore della cattedra di farmacologia clinica). L'incontro ha evidenziato in prima battuta, quanto sia importante, per la riduzione del rischio cardiovascolare, l’abbassamento della colesterolemia, fino al raggiungimento dei rispettivi target terapeutici. Tutti questi soggetti hanno diritto alla terapia ipolipemizzante in regime di rimborsabilità. In riferimento all'appropriatezza economica, si possono individuare due popolazioni: pazienti a rischio cardiovascolare elevato o molto elevato e pazienti che hanno livelli di colesterolo LDL basale, non particolarmente elevato, che possono raggiungere il target previsto. Nel primo gruppo, che rappresenta una grande fetta di popolazione, l'obiettivo terapeutico è raggiungibile grazie all'utilizzo di statine piu recenti, a maggiore efficacia clinica. Nel secondo gruppo, per raggiungere modeste riduzioni dei livelli di colesterolo è appropriato anche l'utilizzo di statine meno recenti e di riconosciuta minore efficacia.
L'attenersi ad una scelta terapeutica appropriata, consente una gestione ottimale delle risorse sanitarie, garantendo contemporaneamente un corretto intervento terapeutico ed il controllo della spesa a livello di popolazione.
In tal senso occorre ricordare che oltre il 40 per cento dei decessi nel nostro Paese, sono causati da patologie cardiovascolari. In Italia 130mila persone sono colpite ogni anno da infarto miocardico acuto, 33mila ne muoiono ed ogni giorno, si verificano 250 ictus ed in media il 20 per cento dei colpiti non sopravvive alla fase acuta. In Campania, ogni anno, oltre 110mila pazienti sono ricoverati per malattie cardiovascolari su un totale di oltre 853mila, pari al 13 per cento dei ricoveri.

Tra le principali cause di morte in questa regione, vi sono, al primo posto, l'ictus, che colpisce ogni anno 13mila persone, 7.500 delle quali non sopravvivono. Al secondo posto, l'infarto del miocardio e al terzo le neoplasie, in particolare i carcinomi del polmone e quelli a carico del pancreas e dell’intestino.

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