nostro inviato
a Silverstone
Alla fine ha parlato anche lui. Mike Coughlan, il capo designer della McLaren, sospeso allindomani della deflagrazione del caso Stepney-Ferrari-polverine-dossier-fotocopie e cartolai. Tramite un suo amico in seno al team inglese, rimasto rigorosamente anonimo, ha fatto sapere dalle pagine dellInternational Herald Tribune quanto segue: «Non so chi mi abbia inviato quel dossier che è stato trovato. Ma quando lho ricevuto, ho subito chiesto a uno dei miei superiori in McLaren che, preciso, non era Ron Dennis (il boss della squadra, ndr), cosa ne dovessi fare...».
Dunque, unammissione che arriva alla vigilia delludienza di stamane davanti allAlta Corte di Londra per il caso di spionaggio che vede da una parte la Ferrari e dallaltra Coughlan, accusato di aver ricevuto dallex tecnico della Rossa, Nigel Stepney, il famigerato dossier di 700 pagine con tutte, ma proprio tutte, le informazioni su presente e futuro della Ferrari F1. Da Maranello nessuno lo dice apertamente, ma in più di una occasione hanno fatto notare che se un team viene in possesso di tutti i parametri su cui si basa il lavoro di unaltra squadra, può risparmiare tempo nella messa a punto delle vetture e di molto altro, traendone un vantaggio inimmaginabile.
Proprio su questo, allindomani della deflagrazione, la Federazione dellauto ha subito aperto uninchiesta che potrebbe concludersi già entro luglio. Si prevedono, invece, tempi più lunghi per la causa civile intentata dalla Ferrari Spa questa liscrizione contro Coughlan and another, dove laltro sarebbe la moglie del tecnico, Trudy. La signora è finita nella vicenda in quanto sarebbe lei ad aver portato il dossier per farlo fotocopiare presso una copisteria vicino a casa. Questa è lunica parte del giallo che induce al sorriso: in pratica, il supposto piano di Stepney e Coughlan sarebbe stato scoperto da un solerte cartolaio-fotocopiatore e per di più fan sfegatato della Rossa. Sarebbe lui ad aver inviato una email a Maranello, mettendo in allarme la Ferrari. Se davvero fosse andata così, il giudice dellAlta corte, più che condannare Coughlan and another, dovrebbe spedire la coppia ai lavori forzati per manifesta stupidità. Si vedrà.
Intanto, riecheggiano le parole mezzo stampa dellaccusato numero uno dellintera vicenda, quel Nigel Stepney che domenica ha tuonato contro la sua ex azienda con frasi tipo «non so neppure se Coughlan ce labbia quel dossier (ma il tecnico McLaren ha ieri ammesso di averlo ricevuto, ndr)... in Italia, andare contro la Ferrari è come mettersi contro il Vaticano, mi temono per quello che so, conosco i loro scheletri nellarmadio», questo il sunto del suo pensiero. Veleni a cui lamministratore delegato della Rossa, Jean Todt, aveva subito replicato: «In dieci anni e con 900 dipendenti, gli scheletri sarebbero già venuti fuori».
Fatto sta, oggi, la sesta causa che verrà esaminata dallAlta corte sarà proprio quella del Cavallino: a rappresentarlo solo i legali dello studio incaricato. Dallaltra parte, gli avvocati della famiglia Coughlan, e benché in molti diano presenti i diretti interessati, difficilmente ci saranno. I possibili scenari? Il più probabile, fra laltro rinvigorito dopo che il presidente della Fia, Max Mosley, ha di fatto discolpato la Honda e il suo team manager, Nick Fry, «perché non è un reato avere un colloquio con due ingegneri che si propongono a un team» (Coughlan e Stepeny erano andati a colloquio con il manager), è quello che vede la McLaren rischiare vistosamente. Perché quanto detto ieri da Coughlan confermerebbe che il team qualcosa sapeva; perché per troppe settimane quel dossier è rimasto dove non sarebbe dovuto restare, cioè nella mani di un uomo McLaren.
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