L’Inghilterra prepara i futuri scienziati nucleari iraniani

Sessanta laureati impegnati in un corso di specializzazione che preoccupa gli 007

La scorsa estate, quando un medico libanese e uno indiano tentarono prima di far esplodere un’autobomba nel cuore di Londra e poi di introdurre all’aeroporto di Glasgow un fuoristrada trasformato in torpedo incendiaria, le autorità inglesi scoprirono che le corsie ospedaliere erano diventate un ricettacolo per apprendisti terroristi. Un decennio fa l’università dell’East Anglia scoprì di aver concesso una laurea in microbiologia alla signora Rihab Taba, la cosiddetta dottoressa Germe, massima esperta di armi chimiche dell’Irak di Saddam Hussein.
In futuro i sudditi di Sua Maestà potrebbero scoprire di aver educato i migliori scienziati nucleari dell’Iran degli ayarollah. L’allarmata denuncia, lanciata mentre il premier Gordon Brown promette nuove sanzioni per fermare la corsa atomica di Teheran, arriva dall’opposizione ed è confermata dal Foreign Office. Il «tory» David Willets, ministro ombra per le università, ha individuato la presenza negli atenei inglesi di una sessantina di studenti iraniani ammessi a master post universitari in materie considerate ad alto rischio dai servizi segreti.
Altri trenta studiosi sono già rientrati in Iran dopo aver ottenuto tra il 2005 e il 2006 riconoscimenti post laurea in fisica e ingegneria nucleare. L’imbarazzante presenza è certificata anche dal ministero degli Esteri che conferma la loro ammissione a master in fisica nucleare e microbiologia. La pericolosa falla individuata da Willetts è, a detta del Foreign Office, la conseguenza di vecchie e inadeguate leggi di prevenzione.
Da decenni l’università di Birmingham, l’Imperial College di Londra e la Queen Mary University di Londra sono le mete preferite dei laureati iraniani in fisica nucleare alla ricerca di una specializzazione.

La segnalazione di studenti sospetti in corsi ad alto rischio spetta, però, esclusivamente ai singoli istituti universitari e non ha nessun carattere d’obbligatorietà. A breve ciò cambierà con una serie di controlli preventivi, ma intanto i sessanta studenti iraniani avranno il tempo di portare a casa il loro bottino di conoscenze.

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