L’inno musicale della città? Ci pensa il sindaco in sala d’incisione

«Sai, quanto bella sei per noi / o Alessandria tra i fiumi / la nebbia sal / così tu ti vesti a festa». Arrangiamento e musiche di Guido Astori, dipendente del Comune di Alessandria; testo e voce di Piercarlo Fabbio (nella foto), 55 anni, che di Alessandria è il primo cittadino.
E quello sopra riportato è l’incipit dell’«Inno ad Alessandria», che così diventa, se non la prima città italiana in assoluto ad avere un inno personale, di sicuro la prima ad averne uno scritto e cantato dal sindaco in persona. Che non ha peraltro creato la composizione musicale - oltre al ritornello ci sono anche ben tre strofe - per puro esercizio stilistico, ma soprattutto per dare alla sua città natale, che guida per il Pdl dal 30 maggio del 2007, un’ode degna in occasione dei festeggiamenti in programma questa settimana, in cui cade l’842esimo anniversario della città.
La storia di Alessandria è molto antica, e per questo la prima strofa Fabbio - che nel settembre scorso finì sui giornali perché chiese alla Cgil 30mila euro di caparra per concederle una piazza per una manifestazione - la dedica alla memoria dei padri fondatori: «L’imperatore cacciammo via / Papa Alessandro e la Lega con noi / il Barbarossa fuggì coi suoi scheran».

La Lega applaudirebbe, ma probabilmente poi starebbe con le mani conserte al momento di ascoltare la seconda strofa: «Noi dell’Italia tra i padri stiam / pel sangue martir degli avi / Tricolore sventolò / per fare grande e unita la nazion». «Bisognava dire tante cose - chiosa il sindaco - cogliere la sensibilità di ogni periodo».

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