L’Inter si gioca la Champions Stramax il posto

nostro inviato a Appiano G.

C’è sempre un bianconero che mette gli incubi alla gente interista. Quello della Juve che rischia di cucirsi tre stelle sulla maglia per un numero di scudetti che, per sentenza, non le spettano. E quello dell’Udinese che oggi pomeriggio rischia di mandare all’aria l’ultimo disperato aggrapparsi alla noblesse calcistica. Champions o non Champions, questo è il problema? Ma stavolta c’è di più, molto di più. L’Inter targata Stramaccioni deve dimostrare di esistere ancora, nonostante la disperata e accorata difesa del novello allenatore. «Da quando ci sono io abbiamo fatto 8 punti, più di Lazio, Napoli, Udinese e Milan. Abbiamo guadagnato punti su tutti», ha raccontato con assoluto rispetto della verità e dei numeri. Sottinteso: io sono bravo, la squadra pure, sto vincendo il mio campionato. E la colpa va tutta al «peccato originale», dice lui, quello dei risultati buttati nel pre Stramax. Un po’ semplicistico.
Però è vero che la pubblicità è l’anima del commercio e di un posto in panchina. Moratti è ancora innamorato della sua invenzione, e tutto l’entourage ne parla un gran bene, secondo copione ormai consolidato. Si sprecano meraviglie (ha personalità, talento, allena bene, gestisce meglio ecc...) finché il presidente fa gli occhi dolci. Poi ognuno fiuta il vento. È una storia raccontata per le decine di tecnici che sono passati da Appiano. Ma gli innamoramenti di Moratti non sono mai a lunga durata. Se oggi l’Inter vincerà il vincolo si rinsalderà, altrimenti comincerà il disincanto. La partita di Udine rischia di essere ultima spiaggia, ma per Stramax più ancora che per la squadra. Il calendario offre una chance in più per capire se Moratti dovrà pensare a Bielsa, Blanc, Mazzarri, Montella (gli sponsor di Prandelli sembrano molto di parte) o Stramax potrà giocarsi la chance della carriera. Tre partite, Udinese, Milan e Lazio, per decidere se fidarsi oppure no. L’interessato lo ha capito e adesso comincia a tirare fuori gli artigli anche nelle conferenze stampa. Si imbufalisce se qualcuno mette in dubbio le sue decisioni. «Forlan ho deciso io di lasciarlo a casa, sono l’allenatore». Oppure si inalbera come un bambino d’asilo, quando gli dicono che la sua squadra è di valor scarso rispetto al passato. Lo spiega il campionato, non c’è bisogno di parole. Invece nel suo intimo da allenatore ammette che ora gli toccherà incidere su questa squadra. «Ce la sto mettendo tutta e credo sia giusto credere ancora alla Champions». Tensioni tipiche da Inter, fra poco cominceranno a venir i capelli bianchi anche a Stramax. Guarda caso, Mou sta tornando solo ora al colore originario.
Che Inter sarà? Forlan è rimasto a casa per scelta tecnica: una bocciatura visto che, fra i convocati, c’è un ragazzo della Primavera. «Giocherò sempre con una punta centrale e due giocatori di qualità a fianco», annuncia Stramax per riavviare l’inserimento di Sneijder. «Possibile ci sia dal primo minuto» Meglio non interrogarsi su Guarin e neppure sul Pazzini imbufalito di Firenze quando non è entrato: «Ero più arrabbiato di lui». A casa Chivu e Zanetti, difesa pronta per riassobire Ranocchia. Dovrebbe trovarsi in coppia con Lucio: non proprio una garanzia neppure per il tecnico. Ma attenti a Cordoba: più adatto per il guizzare di Di Natale. Ranocchia sta diventando un caso, al quale si è appassionato il Manchester City: lo vuole in Inghilterra. Mancini è convinto si tratti solo di problema psicologico: ha visto come è cambiato Santon da quando è al Newcastle. L’Inter macina i giovani, li manda in sofferenza mentale, talvolta fuori di testa. Quasi mai li aiuta a crescere. Pochi si sono affermati, tanti sono stati costretti a cambiare aria per giocare. Basta citarne alcuni: da Martins a Balotelli, da Santon a Destro (per interessi di mercato). Ranocchia potrebbe entrare nel discorso che riguarda Balotelli. L’Inter si è interessata anche a Kolarov, però il City non vuole mollarlo in prestito (come richiesto).
Ma prima ci saranno altri problemi. Quel film in bianco e nero.

Le tre stelle della Juve sulle quali ieri Stramax è incespicato con ingenuità nel tranello di una domanda giornalistica. Non ha risposto a tono. «Non l’avevo capita, pensavo solo al calcio», ha replicato con onestà. Più facile rispondere all’Udinese: The end? O Ricomincio da tre?

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