A questo punto sorge un dubbio: che non sia tutta colpa di Ronaldinho. Sì, certo, il Milan è stato anche sfortunato a Udine, se Nesta non avesse preso la traversa. Già: se.
E allora, a proposito, verrebbe da dire che se Pato desse segnali forse le cose per Leonardo andrebbero un po’ meglio. Per carità, il basiliano non è l’unico assente tra le sufficienze di Udine, però è un’assenza pesante, soprattutto nella serata in cui Kakà segna il suo primo gol nella Liga con la maglia del Real Madrid. Perché il fatto è questo: il Papero è l’erede designato di Ricardo e a parte la doppietta iniziale di Siena di lui non si hanno tracce.
Troppo presto ovviamente per una sentenza definitiva, però è opportuno lanciare l’allarme. Chi difende Pato fa giustamente notare l’età - cioè 20 anni, ovvero uno in meno di quando Kakà arrivò al Milan -, elemento che non garantisce la continuità ad alto livello. Chi accusa invece chiede maggiore abnegazione al ragazzo che fa parte - si dice - della categoria brasiliano vero, quindi poco incline alla fatica in allenamento. Nel mezzo c’è la questione tattica: patron Berlusconi lo vorrebbe in campo al fianco di Ronaldinho e davanti a Seedorf, Leonardo continua a preferirlo seconda punta, ovvero il ruolo che lui predilige. Ma, nelle ultime partite, con risultati non convincenti. Dunque urge una schiarita alle idee, soprattutto per un ragazzo baciato dalla fortuna di essere arrivato al Milan e che durante l’ultimo mercato ha dato segni di cedimento.
Per il resto il mercoledì di campionato ha messo un freno ai sogni della Sampdoria, ha messo in vetrina il Parma, ha messo nei guai Donadoni (ma il suo Napoli gioca contro?) e ha messo a nudo i difetti congeniti nella Roma: non basta cambiare panchina per far aderire i cerotti. Che dite, c’è dell’altro? Ah, certo: l’Inter in testa al campionato (aspettando la Juve). Magari qualcuno aveva dubbi...
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